venerdì 12 luglio 2019

Troppi suicidi. La gente è abbandonata a se stessa. Lo stato sostenga le famiglie, la comunità torni a essere unita.


Io non lo so perché un ragazzo nel fiore degli anni decida di mettere fine alla sua esistenza. So solo che non è normale. Così come so che non è normale che si butti da un ponte un uomo di mezza età, o un anziano. Mi pare anche davvero poco normale che tre persone nel giro di pochi giorni decidano di farla finita nello stesso modo, magari per il meccanismo dell’emulazione, ma comunque dimostrando un profondo stato di disagio che si manifesta nella maniera più drammatica. E se la cosa si ripete con questa frequenza assurda, credo sia giusto interrogarsi.
Certo, non possiamo interrogarci nello specifico, ma possiamo fare delle considerazioni generali. E possiamo farci delle domande, soprattutto, la prima delle quali è questa: cosa fa la comunità nazionale per sostenere le persone in difficoltà? La risposta mi pare evidente: nulla, o quasi nulla. E comunque, quello che fa appare decisamente insufficiente.
Viviamo in un momento davvero tragico per il nostro Paese, in profonda crisi economica e di valori. C’è un impoverimento radicale delle classi medio-basse, un abbassamento del livello culturale diffuso, una profonda difficoltà di relazione sociale a più livelli. Soprattutto c’è la sensazione diffusa di non vedere un futuro, sia per le giovani generazioni che per quelle più avanti negli anni.
Nel contempo bisogna riconoscere che non c’è alcuno sforzo, a eccezione di misure palliative, per risolvere questo grave stato di cose, anzi, lo Stato appare sempre più spesso come coercitivo, distante, nemico. Basti pensare al caso degli affidi minorili pilotati venuto alla luce recentemente, caso che sembra sempre di più configurarsi come la punta di un iceberg in cui le famiglie più fragili, anziché essere sostenute, vengono affossate nelle più profonda disperazione. Non ci sono interventi a favore del lavoro, a sostegno dell’imprenditoria, in appoggio alle famiglie. La politica, da ogni latitudine, sembra concentrata su temi lontani dai veri problemi che la gente vive.
Credo che occorra che la politica torni a occuparsi della gente, del popolo. Occorrono misure a sostegno del fulcro fondamentale della nostra società, la famiglia, oggi evidentemente sotto attacco nei suoi valori fondanti. Ma occorre anche ritrovare lo spirito di comunità, in modo che siano gli stessi cittadini a sostenersi mutualmente prima ancora che vi arrivino le istituzioni. Oggi, purtroppo, siamo tutti estremamente soli, in un mondo paradossalmente iperconnesso.

Luca Craia