lunedì 3 giugno 2019

Non è colpa di Fico ma di chi ce l’ha messo


Il popolo dei social, almeno quello che ancora mantiene qualche neurone in funzione, è insorto davanti all’ultima incredibile sparata del Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico che ieri, approfittando della mediaticità della parata del 2 giugno, ha dedicato la Festa della Repubblica alle minoranze e ai Rom. La sparata è gratuita, di una stupidità disarmante, soprattutto perché la Festa della Repubblica è una festa del Popolo Italiano, e nel Popolo Italiano ci sono anche minoranze e Rom, e questo Fico dovrebbe saperlo. Per cui ha evidentemente detto quest’immensa e inutile cretinata soltanto per creare l’ennesima provocazione.
Del resto, da quando è stato eletto alla terza carica dello Stato, Roberto Fico di stupidaggini provocatorie ne ha dette a pacchi, tutte nella direzione di destabilizzare il più possibile il Governo del suo Movimento e la maggioranza che lo ha eletto. Fico è un guastatore, un incursore, un infiltrato della pseudo-sinistra italiana all’interno di una maggioranza che pende a destra per via della Lega ma anche per la presenza di numerosi militanti pentastellati che di sinistra proprio non sono. Ma Fico strizza l’occhio all’ala criptocomunista del movimento, lavorando per portare il Paese a una nuova maggioranza giallo-rossa. Al momento la piattaforma Rousseau gli ha detto no, ma non è detto che in futuro le cose non cambino. Intanto lui continua la sua opera, rappresentando una parte cospicua del movimento che, maturando, da gialla diventa sempre più rossa.
Il problema, però, non è tanto Fico e quello che dice o fa, il problema è quello che rappresenta. E Fico rappresenta l’immensa confusione mentale che affligge il Movimento 5 Stelle. Perché, vedete, le categorie “destra” e “sinistra” non sono affatto tramontate, semmai sono evolute. La destra, con la responsabilità del potere, sta abbandonando gradualmente le idiozie mussoliniane, la sinistra ha progressivamente abbandonato le classi più deboli per occuparsi di più remunerative idee umanitarie.
Entrambe queste categorie convivono, neanche tanto allegramente, nel Movimento 5 Stelle, la cui ragione d’essere rimane soltanto la necessità di una profonda moralizzazione del sistema, ideale totalmente condivisibile. Per il resto c’è un vuoto pneumatico disarmante. Un vuoto che ha generato l’elezione di un elemento come Roberto Fico alla terza carica dello Stato. In un movimento cosciente di se stesso e della propria identità politica, un Roberto Fico starebbe ad attaccare i manifesti. E ora Fico fa il suo mestiere: attacca manifesti da una postazione estremamente privilegiata, creando imbarazzi, facendo arrabbiare parte della base e, nello stesso tempo, titillando un’altra parte. Tutto questo genera, però, una situazione di scarsa stabilità anche neo Governo e peggiora la già precaria tenuta dello stesso. Le conseguenze, ovviamente, le paghiamo tutti.

Luca Craia