Il popolo dei social, almeno quello che
ancora mantiene qualche neurone in funzione, è insorto davanti all’ultima
incredibile sparata del Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico che
ieri, approfittando della mediaticità della parata del 2 giugno, ha dedicato la
Festa della Repubblica alle minoranze e ai Rom. La sparata è gratuita, di una
stupidità disarmante, soprattutto perché la Festa della Repubblica è una festa
del Popolo Italiano, e nel Popolo Italiano ci sono anche minoranze e Rom, e
questo Fico dovrebbe saperlo. Per cui ha evidentemente detto quest’immensa e
inutile cretinata soltanto per creare l’ennesima provocazione.
Del resto, da quando è stato eletto
alla terza carica dello Stato, Roberto Fico di stupidaggini provocatorie ne ha
dette a pacchi, tutte nella direzione di destabilizzare il più possibile il Governo
del suo Movimento e la maggioranza che lo ha eletto. Fico è un guastatore, un
incursore, un infiltrato della pseudo-sinistra italiana all’interno di una
maggioranza che pende a destra per via della Lega ma anche per la presenza di
numerosi militanti pentastellati che di sinistra proprio non sono. Ma Fico
strizza l’occhio all’ala criptocomunista del movimento, lavorando per portare
il Paese a una nuova maggioranza giallo-rossa. Al momento la piattaforma Rousseau
gli ha detto no, ma non è detto che in futuro le cose non cambino. Intanto lui
continua la sua opera, rappresentando una parte cospicua del movimento che,
maturando, da gialla diventa sempre più rossa.
Il problema, però, non è tanto Fico e
quello che dice o fa, il problema è quello che rappresenta. E Fico rappresenta
l’immensa confusione mentale che affligge il Movimento 5 Stelle. Perché,
vedete, le categorie “destra” e “sinistra” non sono affatto tramontate, semmai
sono evolute. La destra, con la responsabilità del potere, sta abbandonando
gradualmente le idiozie mussoliniane, la sinistra ha progressivamente
abbandonato le classi più deboli per occuparsi di più remunerative idee
umanitarie.
Entrambe queste categorie convivono,
neanche tanto allegramente, nel Movimento 5 Stelle, la cui ragione d’essere rimane
soltanto la necessità di una profonda moralizzazione del sistema, ideale
totalmente condivisibile. Per il resto c’è un vuoto pneumatico disarmante. Un
vuoto che ha generato l’elezione di un elemento come Roberto Fico alla terza
carica dello Stato. In un movimento cosciente di se stesso e della propria
identità politica, un Roberto Fico starebbe ad attaccare i manifesti. E ora
Fico fa il suo mestiere: attacca manifesti da una postazione estremamente privilegiata,
creando imbarazzi, facendo arrabbiare parte della base e, nello stesso tempo, titillando
un’altra parte. Tutto questo genera, però, una situazione di scarsa stabilità
anche neo Governo e peggiora la già precaria tenuta dello stesso. Le
conseguenze, ovviamente, le paghiamo tutti.
Luca
Craia