martedì 4 giugno 2019

Il Rom sono un problema? Alcuni sì. Occorre risolverlo, per eliminare i pregiudizi e tutelare anche loro.


Trovo irritantemente ipocrita l’atteggiamento di larga parte della sinistra italiana, se ancora di sinistra si può parlare in Italia, quando si arrocca in difesa di Rom, Sinti e assimilabili. Non perché la difesa delle fasce deboli sia mai deprecabile, tutt’altro, ma lo diventa quando oggetto di strumentalizzazione politica e quando è causata da superficialità e ottusità. È vero che queste minoranze sono oggetto di discriminazioni e pregiudizi sociali, ma è altrettanto vero che un problema a loro legato esiste e che questo, rimanendo irrisolto, non può che peggiorare la percezione di pericolo che il cittadino medio subisce in relazione a loro.
I Rom e i Sinti sono un’esigua minoranza, sono per lo più cittadini italiani, e hanno indiscutibilmente un sistema culturale che in molti casi cozza con il nostro. È un sistema culturale antico, difficile da contaminare con la cultura moderna e occidentale, anche e proprio in relazione ai suddetti pregiudizi che ne acuiscono l’emarginazione. Molti “zingari” hanno negli anni abbandonato il sistema di vita nomade, diventando stanziali, ma ce ne sono ancora molti che permangono nei campi, itineranti o stabili, e che sostanzialmente rifiutano l’integrazione.
Del resto, è innegabile che, anche laddove queste etnie coesistono con le autoctone, la convivenza è tutt’altro che facile. Non si può certo generalizzare additando tutti gli “zingari” come autori di crimini, ma è oggettivo che ce ne siamo molti dediti alla delinquenza e che comunque la condivisione pacifica di spazi urbani con loro è tutt’altro che semplice. È un problema reale e, certamente, necessita di una soluzione che porti a migliorare le condizioni di vita degli stessi “zingari” e dei cittadini comuni che si trovano a condividere con loro spazi urbani e servizi.
Negare l’esistenza del problema, quindi, non è soltanto ipocrita ma anche e soprattutto dannoso, perché non porta alcun beneficio. Occorre invece prenderne coscienza, partendo proprio dalla necessità di avere un quadro preciso della popolazione Rom e Sinti esistente in Italia, dato che, al momento, non è per niente certo. Da qui bisogna capire quanti cittadini italiani di questa etnia vivono nel Paese e in che condizioni. Una volta avuto un quadro esatto, si possono prendere misure legislative e sociali per portare queste minoranze a intergrarsi, ovviamente senza forzature culturali, ma nella precisa direzione di armonizzare la nostra cultura con la loro. Indicare un percorso del genere come razzista è, come spesso accade, pura demagogia, e causa gravi conseguenze sia agli stessi “zingari” che agli Italiani tutti.

Luca Craia