Arriva l’area
di crisi complessa nel Fermano-Maceratese. Arriva quando al governo non c’è più
il PD, quel PD che ha governato negli ultimi anni fregandosene beatamente di
scarpe, crisi, sanzioni alla Russia e marchi contraffatti. Arriva dopo che
esponenti locali della Lega, leggi Mauro Lucentini, per dirne uno, hanno
spianato la strada per Roma per far partire l’iter. Ma, signori miei, il merito
è tutto di Edi Mancini e del suo nuovo amico Righetto Ciccola, almeno a sentir
loro.
Eh sì,
leggendo quanto scrive la lista “La Strada Giusta” sulla propria pagina Facebook,
non ci sono dubbi di come sia arrivata questa boccata d’ossigeno, per quanto
estremamente tardiva, per il comparto calzaturiero. Il percorso è partito già
nel 2016, secondo Edi e i suoi alunni, quando la sindachessa viene folgorata da
un’intuizione incredibile: c’è crisi! Ellapeppa, che intuito. Così,
preoccupata, insieme all’amico Ciccola, inizia a “promuovere un’iniziativa
congiunta per portare all’attenzione della politica locale e nazionale la
difficile situazione del Distretto”. Quale sia questa iniziativa non si sa,
forse la venuta di Renzi, fresco di destituzione, in visita proprio alle
manovie di Righetto. Sicuramente un passo fondamentale.
Nel 2017, Edi
e Righetto istituiscono il Tavolo comunale per la crisi del Distretto
calzaturiero, pesantissima istituzione in grado di influenzare le lobby
politiche di mezza, ma che dico mezza, tre quarti di Europa e smuovere quello
che nessuno prima era mai riuscito a smuovere, tipo guttalax. E gli viene la pensata
geniale: perché non facciamo un Consiglio Comunale aperto sulla crisi? Un gorbu
- avrà detto qualcuno - ma qui si sfiora e si supera la genialità!
Il Consiglio Comunale
aperto va in scena al La Perla, come tutte le commedie. Ci sono i sindacati
imbufaliti a comando, ci sono tutti i Consiglieri Comunali e qualche
parlamentare PD, tipo Petrini e Verducci, che stanno in Parlamento da un bel po’
ma, se non c’era il Consiglio Comunale aperto di Edi e Righetto, mica se ne
erano accorti che c’era la crisi. Un sacco di paroloni, accuse agli
imprenditori locali più o meno giudicati incapaci, e si stila un ordine del
giorno che viene mandato via piccione viaggiatore di piazza “a tutte le istanze
di Governo locali, nazionali ed europee”. Ma la cosa incredibile è che, udite
udite, il primo punto dell’ordine del giorno è proprio la richiesta di
istituzione dell’area di crisi complessa. Ahnò! Se la sono inventata loro. Capite?
Edi e Righetto.
Non contenti,
Edi e Righetto vanno pure a Roma, passo determinante per ottenere quello che si
è ottenuto. Incontrano i senatori, un paio di uscieri, forse regalano qualche
paio di scarpe per promuovere le nostre eccellenze ed eccola qua, nel dicembre
del 2018 arriva l’area di crisi.
E che ci
vuole? Se la medaglia sta lì, mettiamocela. Qualcuno ci crederà
Luca Craia