Non è detto che l’attuale
amministrazione che regge Montegranaro venga riconfermata dalle urne dopo il 26
maggio. Esiste la possibilità, per quanto alla Sindaca Mancini e ai suoi sodali
sembri incredibile, che le elezioni le perdano e che qualcun altro sia chiamato
ad amministrare il paese. E questo qualcun altro si troverà il bilancio
impegnato e una progettualità non sua da portare avanti.
Mi riferisco al “Villaggio dello Sport”,
del complesso polisportivo La Croce che la giunta vuole rivoluzionare secondo
una propria idea di come debba essere in futuro. Secondo questa idea ha approvato
e finanziato un progetto che vedrà la luce soltanto dopo le elezioni. In realtà
il progetto è diviso in due stralci: uno finanziato e già in iter per essere
appaltato, l’altro che, dice il Corriere Adriatico di oggi, la Giunta spera “di
incardinare” prima della fine del mandato, ossia nei prossimi quindici giorni,
in modo che, chi vince le elezioni, se lo ritrovi tra le mani anche se non è
suo. Poco importa se, magari, le elezioni le vincano gli altri e che, sempre
magari, gli altri abbiano un progetto loro totalmente diverso: si vuole
continuare a governare anche qualora si perdano le elezioni. Un bel concetto di
democrazia.
Poi c’è la fretta elettorale, quella
che ha fatto aprire cantieri estemporanei un po’ dappertutto, che ha fatto
asfaltare strade limitrofe alle case degli assessori dimenticando quelle
principali, e le ha fatte asfaltare pure molto male, tanto che la gatta furiosa
fa sempre i figli ciechi. Oggi apprendiamo, stavolta dal Carlino, che le scuole
di Santa Maria, che dovevano essere pronte dopo l’adeguamento sismico per lo
scorso gennaio, saranno riaperte a settembre per la partenza dell’anno
scolastico. Un piccolo ritardi di nove mesi. Ma, per le elezioni, ci metteranno
i seggi. Nel senso che sgombereranno il cantiere per farci votare, per poi
riallestirlo di nuovo. Tempo perso e soldi buttati solo per far vedere agli elettori,
anche mentre votano, quanto sono bravi. Portare i seggi da un’altra parte era
troppo facile, troppo economico e, soprattutto, non faceva campagna elettorale
pure mentre si vota.
Luca
Craia