martedì 7 maggio 2019

La campagna elettorale pure mentre si vota. E si impegnano i progetti anche della prossima giunta.


Non è detto che l’attuale amministrazione che regge Montegranaro venga riconfermata dalle urne dopo il 26 maggio. Esiste la possibilità, per quanto alla Sindaca Mancini e ai suoi sodali sembri incredibile, che le elezioni le perdano e che qualcun altro sia chiamato ad amministrare il paese. E questo qualcun altro si troverà il bilancio impegnato e una progettualità non sua da portare avanti.
Mi riferisco al “Villaggio dello Sport”, del complesso polisportivo La Croce che la giunta vuole rivoluzionare secondo una propria idea di come debba essere in futuro. Secondo questa idea ha approvato e finanziato un progetto che vedrà la luce soltanto dopo le elezioni. In realtà il progetto è diviso in due stralci: uno finanziato e già in iter per essere appaltato, l’altro che, dice il Corriere Adriatico di oggi, la Giunta spera “di incardinare” prima della fine del mandato, ossia nei prossimi quindici giorni, in modo che, chi vince le elezioni, se lo ritrovi tra le mani anche se non è suo. Poco importa se, magari, le elezioni le vincano gli altri e che, sempre magari, gli altri abbiano un progetto loro totalmente diverso: si vuole continuare a governare anche qualora si perdano le elezioni. Un bel concetto di democrazia.
Poi c’è la fretta elettorale, quella che ha fatto aprire cantieri estemporanei un po’ dappertutto, che ha fatto asfaltare strade limitrofe alle case degli assessori dimenticando quelle principali, e le ha fatte asfaltare pure molto male, tanto che la gatta furiosa fa sempre i figli ciechi. Oggi apprendiamo, stavolta dal Carlino, che le scuole di Santa Maria, che dovevano essere pronte dopo l’adeguamento sismico per lo scorso gennaio, saranno riaperte a settembre per la partenza dell’anno scolastico. Un piccolo ritardi di nove mesi. Ma, per le elezioni, ci metteranno i seggi. Nel senso che sgombereranno il cantiere per farci votare, per poi riallestirlo di nuovo. Tempo perso e soldi buttati solo per far vedere agli elettori, anche mentre votano, quanto sono bravi. Portare i seggi da un’altra parte era troppo facile, troppo economico e, soprattutto, non faceva campagna elettorale pure mentre si vota.

Luca Craia