giovedì 9 maggio 2019

Conta solo la bandiera per Viozzi & Co. Arrivano i comunisti veri a contestare Salvini. La mentalità che ha rovinato il Fermano.


Quanti uomini di governo ha espresso il Fermano? Quanti ministri? Quanti esponenti istituzionali? La risposta, come in molti sappiamo, è zero. Il motivo per cui il nostro territorio non è mai stato capace di farsi rappresentare adeguatamente nelle istituzioni centrali (eccezione unica e magnifica, Giovanni Conti, milioni di anni fa), nonostante l’importante peso economico, lo possiamo vedere in maniera lampante in questi giorni, nel momento in cui, a Montegranaro, arriva il Vicepresidente del Consiglio, nonché Ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Come abbiamo più volte detto, è un’ottima occasione per presentare a chi governa il Paese i problemi reali del territorio. Invece si contesta. “Salvini non ti vogliamo”, gridano le sinistre. Arriva addirittura il Comitato 5 Luglio, a Montegranaro, a manifestare contro il Ministro. 
Sembra cerchino lo scontro, in realtà. Sono pacifisti ma provocatori, e vorrebbero addirittura fare la loro manifestazione nei paraggi di piazza San Serafino, rischiando il contatto, rischiando la scintilla che faccia degenerare tutto. Sono certo che prevarrà il buon senso e chi ce l’ha lo tirerà fuori, ma il rischio c’è. Perché poi, quello che conta è fare propaganda, immagine, fare vedere che si esiste. Conta poco l’occasione di lavorare all’unisono per il territorio. Conta l’ideologia, la bandiera.
Per lo stesso motivo per cui Giuseppe Viozzi, capo assoluto dei comunisti montegranaresi, non solo non appoggia la candidatura a livello personale di Sara Di Chiara ed Eros Marilungo, suoi sodali nel partito, nella lista “balsfema” di Gismondi, ma la osteggia con tutte le sue forze. Non si fida nemmeno di due persone che conosce benissimo, che ha cresciuto lui politicamente. Non darà loro il suo voto, perché conta più la bandiera rossa che il bene del paese. Non contò, quella bandiera rossa, cinque anni fa, quando lo stesso Viozzi si alleò con Ubaldi, che non è che sia meno di destra di Gismondi o Lucentini; ma allora, a giustificarlo, c’era il PD come alleato. I risultati li abbiamo visti.

Luca Craia