giovedì 9 maggio 2019

Le elezioni sono antiecologiche.


Un recente studio dell’Università di Stadford Sul Naviglio ha dimostrato che le elezioni sono antiecologiche. In realtà è la campagna elettorale, secondo l’ateneo, a generare danni pesanti all’ambiente. Lo studio punta il dito su specifici comportamenti legati alla campagna elettorale e imputa a essi una grave responsabilità ambientale. Vediamoli nel dettaglio:
- la carta: durante la campagna elettorale vengono stampati volantini, brossure, giornalini, manifesti. Un enorme spreco di carta, con conseguente abbattimento di alberi. Carta che, per lo più, va a svolazzare per strada, finendo nell’ecosistema che impiegherà millenni per smaltire la pubblicità in carta patinata dei vari candidati. Inoltre va considerato lo spreco di energia per la stampa e per la produzione degli inchiostri;
- i comizi: è stato dimostrato che l’enorme utilizzo delle parole urlate in campagna elettorale produca ingenti quantitativi di anidride carbonica che va a peggiorare la situazione della stratosfera, aumentando l’effetto serra. A ciò vanno aggiunte le chiacchiere da bar, stimate in aumento del 150% durante le ultime fasi preelettorali, che producono a loro volta un quantitativo rilevante di Co2;
- le porchette: le foste con panini sono micidiali per l’ambiente. Provocano la moria di milioni di maiali destinati alle porchette, nel silenzio degli animalisti, e producono emissioni nocive in quantità per la cottura dei panini. Va anche considerato l’uso sconsiderato dei bicchieri di plastica, spesso abbandonati nell’ambiente.
Lo studio dell’Università di Stadtford sul Naviglio ha calcolato che, a ogni elezione, si scioglie un chilometro quadrato di pack, si allarga il buco nell’ozono, aumenta l’effetto serra e si produce l’equivalente in rifiuti del Monte Travaglioso. Per questo l’ateneo lancia un monito: smettete di votare, adottate soluzioni alternative come i sondaggi online, il televoto o, in alternativa, la dittatura. 
P.S.: per quelli che proprio non ci arrivano, questo post non è una bufala, è proprio una fregnaccia.

Luca Craia