Non siamo in vendita. L’ultimo anelito del
Movimento 5 Stelle a Montegranaro è stato questo, poi nulla più. L’affannoso
tentativo di smarcarsi dalla candidatura con Gismondi di Matteo Testella,
ribadito e ripetuto, quanto inutile perché lo avevamo capito tutti che Matteo
si candidava per conto proprio, senza alcuna benedizione pentastellata. Poi,
dopo questo rantolo finale, nulla più: il Movimento 5 Stelle di Montegranaro
non ha dato più segni vitali, totalmente assente dal dibattito politico
cittadino, che è ben altra cosa dalla campagna elettorale. Non partecipare alla
competizione non vuol dire non partecipare più al dibattito, ma se non c’è più
vita, non c’è più energia, che vuoi partecipare.
È un peccato, perché il contributo del
Movimento 5 Stelle alla vita politica montegranarese è stato importante, a
volte determinante, specie nei primi anni di consiliatura. Hanno condotto
battaglie importanti, hanno incassato risultati politici rilevanti, poi si sono
man mano ammosciati, hanno chiuso la sede, sono spariti gli attivisti, fino ad arrivare all’impossibilità di realizzare la lista
per mancanza di gente, una cosa inspiegabile, in totale controtendenza con
quello che succede a livello nazionale. Come mai una situazione del genere a
Montegranaro?
Forse perché si è spinto troppo, si è
calcata troppo la mano, si è rimasti troppo su posizioni dure e pure, le stesse
posizioni che hanno spinto a pubblicare la reiterata sconfessione di Testella,
senza mai la capacità di mediazione che pure nel movimento c’è, visto che, se
governano con la Lega, hanno mediato e mediano ogni giorno. Da noi no, solo intransigenza,
al limite del purismo, dell’integralismo. Alla fine, poi, per forza che ti
ritrovi in quattro gatti. Peccato. Speriamo nel futuro, perché secondo me i
Cinque Stelle ci vogliono.
Luca
Craia