venerdì 19 aprile 2019

Ranalli Sindaco per la Terza Lista. Tremano le ginocchia.

La lista di disturbo a Gastone Gismondi, cinque anni fa, era capitanata nientepopòdimeno che dal plurisindaco Gianni Basso. Oggi la compagine che si propone di togliere voti, vai a capire perché, alla lista di Gismondi, pare essere guidata dal mio amico Demis Ranalli. Mi auguro che sia un'invenzione del pluridecorato giornalista Raffaele Vitali, che sembra gongolarne assai nel suo impeto di definire il quadro politico di Montegranaro in un modo tutto suo. Mi auguro non sia vero, per l'affetto sincero che nutro per Ranalli il quale mi fa preoccupare per la grandissima sbattuta di grugno a cui direi sia destinato.
Ranalli, con tutta la stima personale che ho per lui, rappresenta comunque quella parte politica che ha condannato Montegranaro al commissariamento e, successivamente, a cinque anni della spaventevole amministrazione Mancini. Ranalli fa parte del gruppo che tradì, senza averne mai spiegato i motivi, l'amministrazione Gismondi, coadiuvato da tal Gionata Pagliaricci ancora detentore del più lungo silenzio in Consiglio Comunale nonostante la concorrenza della Strappa.
Cinque anni fa l'omologa lista, quella volta giodata da Gianni Basso, portò a casa poco più di 800 voti, buoni per un consigliere comunale. È vero che c'era Gianni Basso, come è vero che Gianni Basso, persona di grande intelligenza, ha lasciato questi naufraghi della politica sulla loro zattera. E Gianni Basso qualcosa rappresentava, Ranalli rappresenta solo la triste storia recente.
Se poi, ancora, è vero che ad appoggiarlo ci sono gli artefici della scongiurata costruzione dell'antennona di San Liborio, la faccenda si aggrava, perché trattasi di gente a cui Montegranaro e le sue sorti interessano poco.
Sono convinto che qualcuno il voto glielo darà. Il genere umano è fatto di tante sfaccettature a volte incomprensibili. Ma, fossi in Gismondi, non mi preoccuperei più di tanto. Una lista che non è riuscita, nonostante i proclami, a produrre un candidato sindaco di spessore, con tutto il rispetto per Ranalli, ma che si deve accontentare del portavoce della Marcozzi a Montegranaro, denuncia idee ben poco chiare.
Piuttosto mi preoccuperei della stampa che, ancora una volta, si dimostra tutt'altro che imparziale.

Luca Craia