La notizia la riporta l’ANSA già da ieri ma,
effettuando una ricerca sul web, mi pare che sia stata ribattuta davvero poco o
niente. Eppure quando si è trattato di mettere alla berlina Fausto Brizzi, dopo
le consuete Iene, che fanno un’informazione piuttosto alleggerita, si sono
accodati tutti, tra giornali blasonati e telegiornali nazionali. Oggi che,
invece, arriva la notizia che il regista non ha commesso alcun tipo di violenza
sessuale e che si è trattato di pure calunnie, c’è solo il silenzio. Nel mio
piccolo voglio aiutare a ristabilire giustizia e verità.
Fausto Brizzi, il regista David di Donatello per Notte
Prima degli Esami, uomo di successo e sicuramente di rilievo nel panorama
culturale italiano contemporaneo, era stato accusato di violenza sessuale da
diverse donne, quasi tutte in anonimato, durante un servizio de Le Iene, su
Italia 1, nel novembre del 2017. Solo due, tra le accusatrici, la Miss Italia
2014 Clarissa Marchese, e la modella Alessandra Giulia, si mostrarono durante
il servizio. Dopo la messa in onda del
servizio tre delle donne presunte vittime di Brizzi avevano pensato di sporgere
denuncia, a seguito della quale era partita la procedura penale nei confronti
del regista e scrittore. Ma la gogna era già partita prima, era bastato che se
ne fosse parlato in televisione.
Ieri Antonio Marino, legale di Brizzi, ha annunciato l’archiviazione
del caso da parte del GIP di Roma. "L'impianto narrativo articolato
nell'atto di querela non consente di individuare, neppure in astratto, elementi
fattuali qualificanti l'assunta violenza sessuale", recita il dispositivo
relativamente alla denuncia di V.M., una delle donne che si erano rivolte alla
magistratura. La donna, una trentenne con solida esperienza di vita, non può
non essere stata consenziente nell’atto di concedersi al regista né sembra
possibile che, per un misero compenso di 200 Euro, questi abbia potuto mettere
in campo qualche tipo di costrizione facendo leva sulla sua posizione.
Per le altre due denuncianti la valutazione del GIP è
stata di “scarso pregio delle circostanze dedotte” e di "tardività della
querela". Il GIP scirve "il valore dirimente della tardività della
querela esime dall'analizzare gli aspetti sostanziali, pur problematici ed
opachi, delle vicende", oltre a "fondate riserve sulla
rintracciabilità degli estremi del delitto di violenza sessuale". Insomma,
Brizzi non ha fatto alcuna violenza.
Solo che il danno è fatto. Brizzi aveva ceduto, per
tutelare se stesso e la sua attività, le quote della società Wildside, fondata nel
2009. Nel frattempo la Warner Bross ha cancellato la firma del regista dal suo
film Poveri ma ricchissimi, in cui il nome di Brizzi non figura né sulle
locandine né sui titoli di coda, e aveva fatto sapere che il suo nome non
sarebbe stato "associato ad alcuna attività relativa alla promozione e
distribuzione del film". La moglie
di Brizzi aveva dichiarato: "mi addolora molto ascoltare le accuse rivolte
a Fausto perchè non corrispondono in nessun modo alla persona che conosco, pur
nutrendo il massimo rispetto per le donne che si sono sentite ferite. Gli sono
vicina perchè è così avviene tra una moglie e un marito quando si affrontano periodi
difficili. Sono barricata in casa e non posso nemmeno portare mia figlia al
parco: anche questa puo' essere considerata violenza sulle donne".
Le Iene, dal canto loro, non fanno il minimo passo
indietro e dichiarano: “perché non ci ha mai querelato?”. E rilanciano: "se davvero ritiene di
aver agito nella totale trasparenza e onestà, Brizzi denunci Le Iene, pretenda
di essere risarcito da noi. Siamo pronti a portare davanti ad un tribunale le
dettagliate testimonianze che abbiamo raccolto". Magari basterebbero delle
scuse, magari anche da quei giornali che, sulla vicenda, ci hanno pascolato. Ma
non ci saranno. Auguri di piena riabilitazione a Fausto Brizzi e a tutti quelli
fagocitati da questo nuovo sistema misto mediatico-politico-giudiziario.
Luca
Craia