Non si può dire che non siano furbi, quelli che gestiscono l’informazione
di regime in Italia, chiarendo subito che è cambiato il governo ma il regime no
(questo meriterà un trattamento a parte). Stiamo assistendo in questi giorni a
qualcosa di geniale nel campo della disinformazione: la creazione di una bufala
per far apparire una bufala una cosa che bufala non è. Mi riferisco al caso della cosiddetta “fake
news” di Amatrice. Cos’è successo: hanno messo in giro delle foto, pare
scattate in Libano, di un campo di roulotte e capanne varie e l’hanno spacciate
per immagini di Amatrice. Ovviamente i condivisori compulsivi dei social non hanno
deluso le aspettative e hanno fatto girare a trottola le foto false,
inconsapevoli di diffondere qualcosa di non vero una volta di più. Poi è
partita la correzione: quelle foto sono false, è una fake news. Infatti le foto
sono false, ma non è affatto falso che Amatrice e gli Amatriciani siano in
serie difficoltà dopo il terremoto e, come loro, gran parte dei terremotati che
stanno affrontando il terzo inverno in mezzo a grandi disagi, tra casette di
cartone costate come ville di lusso, moduli per gli allevatori di latta (gli
allevatori si vede che meritano di morire assiderati), black out e disservizi
vari. Certo non è la situazione dipinta dalla foto-bufala, ma ci andiamo
parecchio vicino. Però la diffusione della bufala ha ottenuto il suo scopo: ora
la percezione è che ad Amatrice e nelle zone terremotate va tutto bene. Essendo
falsa la notizia è vero automaticamente il contrario. Obiettivo centrato. Geniale.
Luca Craia