ELENA
LEONARDI: AL MOMENTO DELLA TRASMISSIONE ALL’INPS LA REGIONE DOVEVA CHIARIRE CHI
AVREBBE POTUTO EFFETTIVAMENTE BENEFICIARE.
Comunicato integrale
Discussa
oggi in Consiglio Regionale l’interrogazione della capogruppo di Fratelli
d’Italia Elena Leonardi, sulla vicenda del cosiddetto “una tantum” concesso ai
terremotati e richiesto indietro a distanza di due anni a diversi soggetti. La
vicenda emblematica che aveva dato origine all'atto regionale nasceva dalle
dichiarazioni di una commerciante terremotata la quale, in assenza degli
attestati di pagamento alla previdenza si è vista richiedere indietro i 5000
euro che dovevano alleviare il disagio della perdita di lavoro.
Nell’interrogazione la Leonardi ha riportato i casi di diversi professionisti
che, pur essendo tra i più colpiti dalla crisi sismica e che non hanno
l’obbligo di iscrizione alla previdenza hanno avuto le loro istanze rigettate
solo ad istruttoria finita.
L’interrogazione
che avevo formulato – esordisce Leonardi – intendeva conoscere il numero
preciso di queste comunicazioni, nello specifico il numero delle richieste di
restituzione da parte della Regione Marche con il totale degli importi da
restituire. L’assessore competente ha risposto che sono stati fatti controlli a
campione e che le verifiche sono ancora in corso ma che comunque su 204
posizioni accertate ben 57 sono irregolari e altre 27 incerte. I controlli
vanno fatti per evitare qualsiasi possibile abuso ai danni dei reali aventi
diritto ma dalle denunce di chi si è visto richiedere indietro il contributo è
evidente che qualcosa è mancato. I soggetti terremotati - interviene
Leonardi - lamentano di aver avuto prima avviate delle aspettative confermate
dall'arrivo dei fondi a ristoro, alvo poi vedersene richiedere la restituzione.
Se
ci si fosse attivati al momento della presentazione delle domande con una
verifica preventiva dei requisiti e prima che la domanda diventasse effettiva e
trasmissibile all’Inps, non saremmo arrivati a questo punto.
Sulla
situazione dei B&B la Leonardi evidenzia come pur non costituendo essa
attività di impresa messe sono attività che fiscalmente hanno l’obbligo della
dichiarazione e costituiscono un settore strategico e prezioso per queste aree
montane interne. La Regione ha comunque ammesso che riguardo i B&B
singoli e non inseriti all’interno dell’attività di una impresa (ad esempio
agricola) si è ritenuto di non inserirli tra i beneficiari per varie
motivazioni, tra le quali il fatto di non avere partita Iva e di non essere
iscritte alla Camera di Commercio.
La
confusione normativa in merito – conclude Leonardi – non è stata dipanata e l’interrogazione
ha comunque avuto il merito di mettere nero su bianco certe interpretazioni
che, a mio parere, andavano chiarite in origine onde evitare illusioni e
richieste di restituzione a soggetti già sfiniti da oltre due anni di vita da
sfollati.