sabato 1 dicembre 2018

Strade killer e scuole trappola: la Provincia di Fermo brilla per inefficienza e situazioni di pericolo.


Non può esserci sempre la giustificazione dei soldi che mancano, anche perché, a quanto pare, per l’ITIS di Fermo i soldi c’erano. Eppure è servito un provvedimento giudiziario per portare via i ragazzi da un plesso scolastico che reputare pericoloso non è solo ipotetico, visto che, solo pochi mesi fa, non c’è scappata la strage per un mezzo miracolo. Dal crollo del tetto al sequestro dell’edificio di cui le cronache odierne, nessuno si è posto il problema di dove mandavamo a scuola i ragazzi. Tuttavia, l’indice di vulnerabilità sismica dell’edificio è ignoto e, visto che i tetti non crollano per caso, forse qualche precauzione in più andava presa.
Ma le precauzioni non vanno più di moda, a quanto pare, e la Provincia di Fermo continua a prendersi enormi responsabilità sfidando il destino e la coscienza degli stessi amministratori. Stessa cosa vale per le strade, pericolose, assassine, strade senza una manutenzione seria da anni, se togliamo le toppe messe lungo la Mezzina pochi mesi fa e spacciate per opere di alto livello. Non ci si assumono le responsabilità ma ci si attaccano le medaglie di latta spacciandole per oro. Un bel giochino, non fosse che il tutto comporta rischi seri per la vita delle persone. Le scuole non sicure vanno chiuse, se non ci sono i soldi per renderle sicure. Le strade non sicure lo stesso. Ma è molto più semplice mettere la testa sotto la sabbia, lasciare che le tempeste, quando arrivano, passino via contando sulla memoria corta della gente, e ogni tanto autocelebrarsi.

Luca Craia