La chiesa di San Francesco, a Montegranaro, meglio nota come
Pievania, è stata la chiesa principale del paese per tantissimi anni. La chiesa
del Pievano, la chiesa della piazza, la chiesa del cuore del paese era punto di
riferimento anche per le altre parrocchie, luogo di attrazione per i giovani,
fulcro della vita del centro storico e non solo. Intorno alla parrocchia del
SS. Salvatore, che ha sede nella chiesa di San Francesco, per anni ha ruotato
gran parte della vita sociale di Montegranaro. Da lì sono partite iniziative
importanti, come la riapertura del cinema La Perla per mano di un gruppo di
volontari stimolati dal compianto don Peppe Trastulli, ma anche tantissime
iniziative, alcune delle quali ancora in vita.
Col tempo, e con l’evoluzione urbanistica del paese che ha
fortissimamente decentrato i poli sociali cittadini e, con essi, anche i fulcri
della vita spirituale e religiosa, sono sorte nuove parrocchie che hanno via
via acquisito maggior peso facendo diminuire di importanza la chiesa di piazza
e, nonostante l’avvento della parrocchia unica e che la sua sede sia rimasta in
piazza Mazzini, San Francesco ha iniziato a essere meno frequentata, con
conseguenze negative su tutta la vita del centro storico.
La chiesa del quartiere è fondamentale nella socialità del
luogo. Nonostante il laicismo di fatto sempre più radicalizzato, la chiesa
rimane punto di riferimento per credenti e non, e il centro storico, per quanto
sempre più spopolato e degradato, ha bisogno della sua chiesa anche nella sua
funzione sociale. Ma anche la vivacità del centro cittadino e la sua economia
sono influenzate dalla presenza della chiesa, che richiama gente in quantità e
produce un movimento che ha effetti positivi su tutta la vita del cuore
cittadino.
La chiesa di San Francesco è chiusa dal terremoto del 2016,
quindi da oltre due anni. Non ha subito danni gravissimi, ma danni ci sono e
non è pensabile di aprirla in queste condizioni. Occorre intervenire per
risolvere i problemi. Al momento non sono a conoscenza di una stima precisa del
costo dell’intervento, ma non credo che sia pesantissimo, certamente nemmeno
leggerissimo.
Credo che, se la Curia non ha in mente di intervenire, come
sembra di capire, forse i Montegranaresi possano farlo direttamente, per
tutelare un bene che è della città e dei suoi cittadini, per ridare dignità a
un paese che vive una situazione in altri tempi inaccettabile. I Montegranaresi
hanno sempre tenuto molto al proprio paese, mettendoci mano direttamente quando
è stato necessario. Credo che questo sia il caso: un paese come Montegranaro
non può avere la sua chiesa principale chiusa per oltre due anni. Che il 2019
sia l’anno della riapertura di San Francesco, per mano della Curia o dei
Montegranaresi.
Luca Craia