lunedì 3 dicembre 2018

PD Montegranaro: 80 votanti per il segretario regionale. Il lento declino del partito di Delmaide.


C’erano una volta i comunisti di Montegranaro. Erano tanti, facevano le barricate per difendere i diritti dei lavoratori, votavano e vincevano le elezioni da soli per poi governare il paese, avevano una sezione attiva, piena di gente e di iniziative e, quando facevano la Festa de L’Unità, c’era una folla che manco alla fiera di San Serafino.
A margine dei ragionamenti sull’elezione del nuovo Segretario Reginale di quello che fu il PCI, di cui abbiamo già dato conto (leggi l’articolo), ci sono i numeri dei partecipanti alle elezioni interne al partito, elezioni a cui hanno potuto partecipare solo gli iscritti. E a Montegranaro questi numeri dovrebbero far riflettere, perché a votare sono stati soltanto in 80 e questo è un numero che avrebbe dell’incredibile per il partito dell’epoca del Sindaco Delmaide Lelli, quello del momento più florido per la sinistra montegranarese.
Che il PD si stia sfaldando a livello nazionale è un dato di fatto, ma a Montegranaro la situazione sembra essere ancora più grave e parte da lontano, dalla rottura con un’ala del partito, quella rappresentata da Fausto Franceschetti, i cui effetti non sembrano sanarsi nemmeno con l’annunciata candidatura del figlio di Franceschetti, Andrea, che potrebbe preludere a un ritorno di feeling con una parte del partito che non sembra comunque aver trovato altre collocazioni definitive. Ma la storia recente, con la segreteria di Roberto Basso prima e di Laura Latini poi, parla di una sezione in fin di vita, con i locali in vendita, il nulla come proposte, l’assenza di forze nuove come la sezione giovanile, presente e forte fino a pochi anni fa.
Alle feste de L’Unità non ci va più quasi nessuno, e nemmeno i manicaretti di Renzo, unica cosa immutata nel tempo, riescono ad attrarre pubblico. Alle iniziative, poche, non partecipa nessuno tanto da doverle annullare. E ora questo dato, un dato davvero brutto, che segna come il Partito che fu di Delmaide e dei lavoratori, il partito che a Montegranaro era il più forte, oggi sia ridotto al lumicino. Questo non vuol dire che non prenda voti, i voti si prendono anche per altri motivi, ma l’organizzazione è stata smantellata, la struttura non c’è più, e manca evidentemente il radicamento con la gente che era la forza del PCI. Di tutto questo, però, non sembra che a Palazzo Francescani se ne accorgano o, se se ne accorgono, sono bravi a non darlo a vedere.

Luca Craia