sabato 3 novembre 2018

SULLO STOP ALLA CACCIA DEL CONSIGLIO DI STATO NELLE AREE NATURA 2000 – INTERVENTO DI ELENA LEONARDI (FDI): GRAVE IL VUOTO POLITICO E PROGRAMMATORIO REGIONALE



“MANCA UN CONCRETO PIANO FAUNISTICO CHE TUTELI ATTIVITA’ VENATORIA E OPERATORI AGRICOLI

 Comunicato integrale

Sulla recente sentenza del Consiglio di Stato in merito alla sospensione dell'attività di caccia nelle aree dei Siti Natura 2000 interviene il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Elena Leonardi, accogliendo l’appello degli agricoltori che vivono in questi particolari territori e nelle aree circostanti.
 Gli effetti pratici della sentenza – esordisce Leonardi - vanno ad alimentare confusione ad una già precaria ed incompiuta legislazione regionale in materia di attività venatoria, e creeranno forti disagi proprio in quei territori, le cosiddette Zone a Protezione Speciale e Siti di Importanza Comunitaria, che saranno pertanto ancor più terra di conquista dei cinghiali, liberi di scorrazzare senza alcun ostacolo, con prevedibile aumento di danni a carico del mondo agricolo.
“Il Consiglio di Stato – continua la Capogruppo di Fratelli d'Italia – con la sentenza emanata il 22 ottobre ha rimarcato dal punto di vista giuridico l'inefficacia del calendario venatorio deliberato dalla Giunta della Regione Marche il 30 luglio 2018; un calendario – rimarca la Leonardi – emesso in assenza di una necessaria pianificazione faunistico-venatoria, che sia aggiornata ed approvata al fine di una corretta programmazione per le annualità interessate. Ricordo infatti – prosegue la Leonardi - che l'ultimo Piano Faunistico Venatorio regionale risale al 13 luglio 2010 ed era valido fino al 2015. “
“Risulta dunque lampante – incalza la Leonardi – che non solo ci sia un “vuoto normativo” ma che ci sia stato anche un vuoto politico in questi anni del Governo regionale, la mancata predisposizione di indirizzi concreti e basati su studi e apporti concertati con le associazioni di categoria, sono l’evidente, così come accade per il piano sociosanitario, fallimento di una gestione oculata e previdente di delicate deleghe regionali.
Concrete e importanti – secondo la rappresentante del partito della Meloni – sono le preoccupazioni espresse dalle associazioni di categoria, come CIA e Coldiretti, consapevoli del fatto che le aree interessate dalla sospensione della caccia sono proprio quelle più esposte al problema degli ungulati, che ormai in sovrannumero, sono una minaccia anche per la biodiversità naturale della regione.
Occorre intervenire con celerità, afferma la Leonardi, per tutelare il lavoro agricolo, pianificando ed in maniera realmente concertata, in modo da tutelare le colture e al tempo stesso la fauna selvatica autoctona, regolamentando l’attività venatoria in modo chiaro e funzionale ad un riequilibrio, ormai improcrastinabile, dell’ecosistema.
La capogruppo di Fratelli d’Italia pertanto chiede alla Giunta Regionale di provvedere con urgenza alla redazione del nuovo Piano Faunistico Venatorio regionale perché le conseguenze ricadranno anche su tutti gli enti provinciali marchigiani, Province che erano già coinvolte con il Calendario Venatorio 2018/2019 e con il Piano di Controllo regionale del Cinghiale per gli anni 2018-2023.