“MANCA UN
CONCRETO PIANO FAUNISTICO CHE TUTELI ATTIVITA’ VENATORIA E OPERATORI AGRICOLI
Comunicato integrale
Sulla recente
sentenza del Consiglio di Stato in merito alla sospensione dell'attività di
caccia nelle aree dei Siti Natura 2000 interviene il capogruppo regionale di
Fratelli d’Italia, Elena Leonardi, accogliendo l’appello degli agricoltori che
vivono in questi particolari territori e nelle aree circostanti.
Gli
effetti pratici della sentenza – esordisce Leonardi - vanno ad alimentare
confusione ad una già precaria ed incompiuta legislazione regionale in materia
di attività venatoria, e creeranno forti disagi proprio in quei territori, le
cosiddette Zone a Protezione Speciale e Siti di Importanza Comunitaria, che
saranno pertanto ancor più terra di conquista dei cinghiali, liberi di scorrazzare
senza alcun ostacolo, con prevedibile aumento di danni a carico del mondo
agricolo.
“Il Consiglio
di Stato – continua la Capogruppo di Fratelli d'Italia – con la sentenza
emanata il 22 ottobre ha rimarcato dal punto di vista giuridico l'inefficacia
del calendario venatorio deliberato dalla Giunta della Regione Marche il 30
luglio 2018; un calendario – rimarca la Leonardi – emesso in assenza di una
necessaria pianificazione faunistico-venatoria, che sia aggiornata ed approvata
al fine di una corretta programmazione per le annualità interessate. Ricordo
infatti – prosegue la Leonardi - che l'ultimo Piano Faunistico Venatorio
regionale risale al 13 luglio 2010 ed era valido fino al 2015. “
“Risulta
dunque lampante – incalza la Leonardi – che non solo ci sia un “vuoto
normativo” ma che ci sia stato anche un vuoto politico in questi anni del
Governo regionale, la mancata predisposizione di indirizzi concreti e basati su
studi e apporti concertati con le associazioni di categoria, sono l’evidente,
così come accade per il piano sociosanitario, fallimento di una gestione
oculata e previdente di delicate deleghe regionali.
Concrete e
importanti – secondo la rappresentante del partito della Meloni – sono le
preoccupazioni espresse dalle associazioni di categoria, come CIA e Coldiretti,
consapevoli del fatto che le aree interessate dalla sospensione della caccia
sono proprio quelle più esposte al problema degli ungulati, che ormai in
sovrannumero, sono una minaccia anche per la biodiversità naturale della
regione.
Occorre
intervenire con celerità, afferma la Leonardi, per tutelare il lavoro agricolo,
pianificando ed in maniera realmente concertata, in modo da tutelare le colture
e al tempo stesso la fauna selvatica autoctona, regolamentando l’attività
venatoria in modo chiaro e funzionale ad un riequilibrio, ormai
improcrastinabile, dell’ecosistema.
La capogruppo
di Fratelli d’Italia pertanto chiede alla Giunta Regionale di provvedere con
urgenza alla redazione del nuovo Piano Faunistico Venatorio regionale perché le
conseguenze ricadranno anche su tutti gli enti provinciali marchigiani,
Province che erano già coinvolte con il Calendario Venatorio 2018/2019 e con il
Piano di Controllo regionale del Cinghiale per gli anni 2018-2023.