venerdì 23 novembre 2018

Mezzina omicida: la Provincia si muova o si dimettano tutti.


Sul Corriere Adriatico di oggi c’è la Presidente della Provincia di Fermo, Moira Canigola, che mostra il suo personale dolore per quanto accaduto ieri sulla provinciale Mezzina, un dolore che credo sincero, perché davanti alla perdita di una giovane vita per un incidente che forse era evitabile, non possiamo che essere tutti accomunati da un profondo cordoglio. Il Presidente parla molto chiaramente e in maniera apprezzabile, analizzando la situazione della strada che conduce mezza Provincia a Fermo, e dimostra di avere un quadro ben preciso della situazione, di conoscere il problema e di avere in mente anche le soluzioni, soluzioni da tempo invocate, soluzioni evidenti.
La Canigola spiega perché queste soluzioni non vengono messe in campo: non ci sono i soldi per farlo. Come sempre la questione è il denaro, i maledetti soldi. Le Province, con la riforma voluta da Matteo Renzi, sono state svuotate di significato politico, di prerogative e, soprattutto, di soldi da investire nel proprio ruolo, per quel poco che ne è rimasto. Quindi, pur avendo la competenza sulle strade denominate, appunto, provinciali, l’Ente non ha la potenzialità economica per intervenire. Il risultato è che le strade diventano trappole mortali.
Tutto questo è molto chiaro, e non possiamo certo addossare responsabilità alla Provincia di Fermo per una riforma voluta da Roma. Ma possiamo ricordare che la pericolosità della Mezzina, come di altre strade provinciali, è cosa nota da tempo, tanto che la stessa Canigola e il suo predecessore Perugini hanno spesso parlato di interventi come la realizzazione di rotatorie, ma non li hanno mai approntati, evidentemente per la succitata questione di soldi. Ricordiamo i titoloni di giornali quando fu “rifatto l’asfalto”, e in realtà furono messe delle toppe già logore dopo pochi mesi, con cui ci si vantava di aver reso la Mezzina più sicura. La Mezzina non era e non è sicura per niente.
Cosa può fare la Provincia, se non ha più soldi e, quindi, potere di intervenire? Lo deve dire a chiare lettere, ma non ai cittadini, cercando una sorta di giustificazione, anzi, di assoluzione di fronte a eventi luttuosi, in un cordoglio che dura qualche giorno per poi tornare a pensare ad altro. Lo deve dire allo Stato. La Provincia deve fare politica, deve andare presso gli organi competenti a far presente che così l’Ente è inutile, non ha ragione di esistere. Deve concertarsi con gli organi dello Stato per trovare soluzioni, deve fare corporazione con le altre province italiane, che sicuramente si trovano nelle medesime condizioni, per poi fare pressione presso lo Stato Centrale e ottenere che queste condizioni di pericolo vengano sanate.
Ma devono essere sanate subito, non possiamo attendere interventi possibili ma non probabili dovuti alla costruzione del nuovo ospedale. Bisogna che le Province chiedano di aver ragione di esistere e, in caso di risposta negativa, smettano esse stesse di esistere, con le dimissioni dei Consiglieri,  lasciando allo Stato il compito di gestire la cosa. Non basta addolorarsi, non basta il cordoglio, non basta spiegare ai cittadini la propria impotenza. Bisogna combattere per cambiare questa situazione. Altrimenti si è colpevoli.

Luca Craia