Sul Corriere Adriatico di oggi c’è la Presidente della
Provincia di Fermo, Moira Canigola, che mostra il suo personale dolore per
quanto accaduto ieri sulla provinciale Mezzina, un dolore che credo sincero, perché
davanti alla perdita di una giovane vita per un incidente che forse era
evitabile, non possiamo che essere tutti accomunati da un profondo cordoglio. Il
Presidente parla molto chiaramente e in maniera apprezzabile, analizzando la
situazione della strada che conduce mezza Provincia a Fermo, e dimostra di
avere un quadro ben preciso della situazione, di conoscere il problema e di
avere in mente anche le soluzioni, soluzioni da tempo invocate, soluzioni
evidenti.
La Canigola spiega perché queste soluzioni non vengono messe
in campo: non ci sono i soldi per farlo. Come sempre la questione è il denaro,
i maledetti soldi. Le Province, con la riforma voluta da Matteo Renzi, sono
state svuotate di significato politico, di prerogative e, soprattutto, di soldi
da investire nel proprio ruolo, per quel poco che ne è rimasto. Quindi, pur
avendo la competenza sulle strade denominate, appunto, provinciali, l’Ente non
ha la potenzialità economica per intervenire. Il risultato è che le strade
diventano trappole mortali.
Tutto questo è molto chiaro, e non possiamo certo addossare
responsabilità alla Provincia di Fermo per una riforma voluta da Roma. Ma
possiamo ricordare che la pericolosità della Mezzina, come di altre strade
provinciali, è cosa nota da tempo, tanto che la stessa Canigola e il suo
predecessore Perugini hanno spesso parlato di interventi come la realizzazione
di rotatorie, ma non li hanno mai approntati, evidentemente per la succitata
questione di soldi. Ricordiamo i titoloni di giornali quando fu “rifatto l’asfalto”,
e in realtà furono messe delle toppe già logore dopo pochi mesi, con cui ci si
vantava di aver reso la Mezzina più sicura. La Mezzina non era e non è sicura
per niente.
Cosa può fare la Provincia, se non ha più soldi e, quindi,
potere di intervenire? Lo deve dire a chiare lettere, ma non ai cittadini,
cercando una sorta di giustificazione, anzi, di assoluzione di fronte a eventi
luttuosi, in un cordoglio che dura qualche giorno per poi tornare a pensare ad
altro. Lo deve dire allo Stato. La Provincia deve fare politica, deve andare
presso gli organi competenti a far presente che così l’Ente è inutile, non ha
ragione di esistere. Deve concertarsi con gli organi dello Stato per trovare
soluzioni, deve fare corporazione con le altre province italiane, che
sicuramente si trovano nelle medesime condizioni, per poi fare pressione presso
lo Stato Centrale e ottenere che queste condizioni di pericolo vengano sanate.
Ma devono essere sanate subito, non possiamo attendere
interventi possibili ma non probabili dovuti alla costruzione del nuovo
ospedale. Bisogna che le Province chiedano di aver ragione di esistere e, in
caso di risposta negativa, smettano esse stesse di esistere, con le dimissioni
dei Consiglieri, lasciando allo Stato il
compito di gestire la cosa. Non basta addolorarsi, non basta il cordoglio, non
basta spiegare ai cittadini la propria impotenza. Bisogna combattere per
cambiare questa situazione. Altrimenti si è colpevoli.
Luca Craia