Trovo curioso lo zelo della Soprintendenza delle Marche col
quale è intervenuta con un’inconsueta rapidità sulla questione della ruota panoramica
di Fermo. La notizia, riportata da Cronache Fermane, vorrebbe che l’ente che
tutela i beni storici, artistici, architettonici e paesaggistici abbia chiesto
al Comune di Fermo di spostare il “ruotino” montato in piazza Del Popolo per le
Feste Natalizie, perché poco consono al contesto. Questo parte, pare, dalle
lamentele di comuni cittadini che non vedrebbero di buon occhio la cosa.
Non voglio entrare nel merito dell’estetica della ruota di
Fermo, potrebbe piacermi o non piacermi, la cosa sarebbe ininfluente. Mi
domando però come mai la Soprintendenza, di solito lentissima nella reazione
quando questa c’è, perché talvolta la reazione non c’è nemmeno, questa volta
sia stata così solerte. Ricordo il caso del murale di Montegranaro, di pochi
mesi fa: scrissi alla Soprintendenza per chiedere un parere proprio sull’opportunità
estetica di allestire un manufatto estremamente moderno di fianco alla torre di
San Giacomo, una costruzione storica del XVI secolo. La Soprintendenza non mi
ha mai risposto.
Io sono un cittadino come quelli di Fermo che si sono
lamentati del ruotino. Come mai per loro la risposta c’è stata e pure in tempi
rapidi? Oltretutto la ruota panoramica non è definitiva, finite le feste se ne
andrà lasciando immutata la piazza e il contesto architettonico in cui è stata
inserita. Il murale, invece, starà lì a lungo, finche le intemperie non lo rovineranno.
Ma per il murale di Montegranaro la Soprintendenza non ha speso nemmeno due
righe di risposta negativa.
A me pare una questione politica. Perché attaccare la ruota equivale
ad attaccare l’Amministrazione Comunale. La Soprintendenza non dovrebbe
prestarsi a questi giochini perché, vedete, che dei semplici cittadini si siano
mossi e siano stati presi in così alta considerazione da smuovere una cosa
notoriamente immobile come la Soprintenza, è una favoletta alla quale si fa
davvero fatica a credere. E tutto questo è molto triste, perché i tempi
cambiano, ma la brutta politica e l’uso strumentale degli organi dello Stato
restano.
Luca Craia