sabato 24 novembre 2018

I tifosi della squadra di inclusione sociale malmenano l’arbitro diciassettenne. Forse le politiche di inclusione non funzionano come dovrebbero.


La notizia è brutta, come ogni notizia che racconta di come una cosa bella come lo sport rovinata da pochi imbecilli: al termine della partita tra Save the Youth Montepacini e la Real Cuprense, entrambe squadre militanti nel campionato di Terza Categoria, alcuni tifosi della prima hanno aggredito e picchiato l’arbitro, un ragazzo diciassettenne. Dicevo che la notizia è brutta perché parla di violenza nello sport, addirittura ai danni di un ragazzino, ma sarebbe una delle purtroppo tante notizie simili che tocca leggere ogni fine settimana.
Qui però c’è un particolare su cui riflettere ancora di più: la squadra Save the Youth è un progetto di inclusione sociale per immigrati e richiedenti asilo e gli stessi aggressori sembra siano cittadini stranieri. Capiamoci: questo non cambia di un grammo la gravità del gesto che resta grave in egual misura, che sia commesso da Italiani o da stranieri. Però mi stimola una domanda che giro ai lettori: non è che per caso le politiche di inclusione sociale fin qui attuate in Italia non stiano dando i risultati sperati? Perché se per inclusione sociale intendiamo che i cittadini stranieri ospiti in Italia devono comportarsi, quando diventano tifosi, come i peggiori tifosi italiani, qualche errore lo abbiamo commesso.
Ma questo è solo un esempio di come l’inclusione sociale, concetto talmente ampio e vago che può voler dire tutto e niente nello stesso tempo, non stia dando frutti. Non è facendo giocare gli stranieri tra loro che li inseriamo in società, non è costruendo impianti sportivi e centri sociali che risolviamo i problemi di criminalità come quelli di Lido Tre Archi a Fermo, non è facendo finta che siamo tutti buoni e bravi e che gli stranieri siano da aiutare solo per il fatto che sono stranieri, che possiamo creare una vera e propria integrazione. Riflettiamoci, perché ho la netta impressione che stiamo andando nella direzione sbagliata e stiamo anche sprecando un sacco di soldi.

Luca Craia