È emblematico (e anche un po’ terrificante) l’evento
organizzato dall’Unione Stilisti Marche, la Poliarte Design di Ancona, il
centro UUSM e l’università di Tirana per promuovere lo stile italiano negli
accessori per calzature. È emblematico perché indica chiaramente come siano
cambiate le cose per il comparto trainante dell’economia delle Marche del sud,
un comparto che ha smesso di trainare già da un po’, con buona pace della
classe dirigente che sembra non essersene nemmeno accorta e ancora non si pone
seriamente il problema.
Infatti la serata di gala di cui sopra non è stata
organizzata, che so, nel cuore del calzaturiero o ad Ancona o a Milano,
capitale della moda italiana, bensì proprio a Tirana. Questo perché le aziende
italiane che producono accessoristica per calzature vogliono promuovere il loro
prodotto nel nuovo mercato albanese in piena espansione. Insomma, mentre gli utilizzatori
nostrani degli accessori per calzature, quei maestri artigiani e quegli
industriali che hanno dato lustro e ricchezza, in passato, al nostro territorio,
stanno come d’autunno sugli alberi le foglie (almeno quelli che ancora ci
stanno, sugli alberi), come è giusto che sia chi produce e vende materiali per fare
scarpe va a cercarsi nuovi clienti, e li va a cercare propri là dove un tempo
gli Italiani andavano a produrre a basso costo, sfruttando manodopera più
economica, rendendosi più competitivi nell’immediato ma creando quello che vediamo
oggi: nuovi distretti che si sono mangiati i nostri.
Si è sempre detto che è l’economia, che è il
progresso, la globalizzazione. E mi sta bene, ma si poteva proteggersi un po’;
e se non lo capiscono gli imprenditori, che si stanno suicidando, quantomeno
chi governa cerchi di impedirlo. Altrove lo fanno, da noi non si può. Il risultato
è che oggi le scarpe si fanno in Albania (e in un sacco di altri posti che non
sapevano nemmeno come era fatta una scarpa finchè non siamo andati noi a
insegnarglielo) e gli Italiani, i Marchigiani, vanno a vendergli gli accessori.
È il progresso, baby.
Luca
Craia