mercoledì 3 ottobre 2018

Il caso Riace e la sinistra che non sbaglia mai.


Una cantonata dietro l’altra. La sinistra italiana, non fosse pericolosa e minacciosa coi suoi continui riferimenti a un giustizialismo che non le dovrebbe appartenere, a un paventato uso della violenza contro l’avversario che sembra più fascista del fascismo, sarebbe comica. Comica perché non ne azzecca una e trova sempre un nuovo sistema per rendersi ridicola. Vedi il caso di Mimmo Lucano, Sindaco di Riace che in questi giorni finisce sotto accusa, un’accusa giudiziaria, si badi bene, non una delle tante scaramucce politiche condotte dai giornali di parte.
Peccato veniale, peccato mortale, tutto può essere. Fatto sta che il Sindaco di Riace, città simbolo della visione sinistroide dell’integrazione razziale, è accusato di avere infranto la legge, e in uno Stato di diritto nessuno può infrangere la legge. Ora ci sarà un processo penale e la Magistratura, uno dei tre poteri dello Stato di diritto, deciderà se Lucano è colpevole o innocente.
Per la sinistra italiana e per tutti i suoi servi che scrivono sui giornali, Lucano è innocente, possiamo anche risparmiarci il processo. Contemporaneamente, però, Salvini va processato e in maniera severa, sempre perché accusato di avere infranto una legge dello Stato. E l’accusa arriva sempre dalla Magistratura, dal Terzo Potere dello Stato.
Quella di Lucano è un’azione di disobbedienza civile, dice La Repubblica. Potremmo dire che anche quella di Salvini potrebbe esserlo stato, oppure potrei smettere di pagare le tasse e avere la sinistra schierata al mio fianco, perché quella sarebbe un’azione di disobbedienza civile. Insomma, un concetto piuttosto vago, vagheggiante, pericoloso. Perché giustificare la violazione della legge con la disobbedienza civile è facile, il difficile, invece, è ammettere di avere sbagliato.
E la sinistra sta sbagliando, perseverando nell’errore, in un’inarrestabile anelito ad autodistruggersi che ha del soprannaturale. Manifestazioni autoridicolizzanti, dichiarazioni sbigottenti, posizioni lontanissime dalla realtà. Sembrano marziani che cercano di capire come funzionano le cose sulla terra, sembrano neofiti della politica, imbranati molto più di quello che potrebbero essere i Grillini che, in effetti, neofiti lo sono davvero, almeno loro.
Ma c’è un altro punto: la legalità va difesa sempre e comunque, se si vuole essere forza di governo. Altrimenti si dà l’idea, forse nemmeno tanto balsana, che le leggi valgano per tutti tranne per chi le fa. E questo non va bene per niente.

Luca Craia

Foto: La Voce del Popolo