venerdì 26 ottobre 2018

I dati sull’immigrazione e lo spostamento del problema.


Tirano un sospiro di sollievo, quelli convinti che non abbiamo un problema di immigrazione e quelli che col problema di immigrazione ci mangiano: è stato presentato ad Ancona il Rapporto Immigrazione Marche 2018 e i dati ci illustrano una situazione rosea, fatta di imprenditori stranieri che creano posti di lavoro, evidentemente più bravi di quelli italiani che, invece, soffrono la crisi; ci parlano di lavoratori stranieri sovraistruiti e di studenti stranieri bravissimi. Ci parlano di numeri in calo tra i nuovi arrivi, numeri che smentirebbero la fondatezza della preoccupazione dei tantissimi italiani che, invece, percepiscono tutt’altro. A leggere il rapporto parrebbe che siamo tutti matti, che gli spacciatori, gli stupratori, i delinquenti, la gente che bivacca per strada senza fare null’altro che percepire sostegni sociali non pagati ce li siamo sognati. Eppure siamo in molti a essere certi che esistono, e ne sono certi anche i genitori di Desiree, quelli di Pamela, quelli che quotidianamente, non avendo al fortuna di vivere in quartieri residenziali pieni di radical o in ville ben recintate, devono fare i conti con una realtà in cui il rapporto con gli immigrati sta degenerando ogni giorno che passa.
Il problema è che, nel rapporto, ci sono solo gli immigrati regolari: i clandestini che spacciano, i delinquenti col foglio di espulsione in tasca, quelli che occupano abusivamente stabili abbandonati, quelli non ci sono, perché non possono figurare in nessuna statistica in quanto, numericamente, non esistono, non sono calcolabili, computabili. È facile, quindi, per chi pensa di utilizzare i dati statistici per fini politici far passare per matto chi, invece dei numeri, cita la realtà dei fatti. È facile e irresponsabile, direi delinquenziale.
Perché il problema c’è, è evidentissimo, e negarlo significa solo vivere nella bambagia o essere in malafede. Magari tutte e due le cose. Negarlo significa anche non trovare soluzioni, e le soluzioni sono urgenti e necessarie, anche per quegli immigrati fotografati dalle statistiche, quelli bravi, quelli che si integrano, quelli che non creano problemi ma sono i primi a subirne quando altri immigrati, irregolari e criminali, portano alta la tensione. Promulgare i dati senza analizzarli perché fa comodo così, sia a certi giornalisti che a certi politici, senza citare quelli che campano con questa situazione, è davvero un atto criminale.

Luca Craia