sabato 20 ottobre 2018

Farabollini bacchetta i Presidenti e ha ragione. Le Regioni facciano un passo indietro. Hanno gestito male.


Non posso che essere d’accordo con il neonominato Commissario per la ricostruzione, Piero Farabollini, quando etichetta come strumentale l’atteggiamento dei Presidenti delle quattro regioni colpite dal sisma che si sentono esautorati dal nuovo provvedimento del governo che li declassa nel potere decisionale, lasciando loro solo un ruolo consultivo, e per questo non si sono presentati all’incontro di presentazione col nuovo Commissario.
Le Regioni, in questi due lunghissimi anni fatti di nulla, anzi, di danni in vece della ricostruzione, hanno dato pessima prova di sé, mantenendo logiche da antica politica, rallentando burocraticamente e politicamente ogni decisione, paralizzando, di fatto, ogni iniziativa anche grazie all’atteggiamento remissivo di Governo e Commissario. Ora, con questo nuovo provvedimento, l’intento pare essere quello di semplificare e fluidificare le procedure in modo di velocizzare finalmente i tempi.
I Presidenti delle Regioni colpite hanno sempre taciuto, proni al volere del Governo, anche quando era evidente il nulla politico che giungeva da Roma. Ora, con l’avvento del nuovo Governo, retto da uno schieramento diverso da quello che sostiene i loro stessi esecutivi, trovano improvvisamente grinta e coraggio e protestano contro un provvedimento che, come dice giustamente Farabollini, va nella direzione dell’ascolto e del recepimento delle reali istanze della gente. Ancora una volta, Ceriscioli & Co. hanno dimostrato quanto siano distanti dalla realtà e dai cittadini. Farabollini, invece, sta partendo bene.

Luca Craia