domenica 28 ottobre 2018

Falcucci sbotta sulle perimetrazioni. Se saltano, saltano i progetti e gli incarichi.

Ci ha provato con tutta l'anima, Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo sul Nera, uno dei paesi più colpiti dal terremoto del 2016, per diventare leader a tutti gli effetti, non solo letto ma carismatico. Falcucci ha cercato di crearsi una squadra di fedelissimi, tagliando fuori, anche con modalità non troppo ortodosse, coloro che si ponevano in maniera critica nei suoi confronti. Una squadra di fedelissimi pronta ad aiutarlo nel post emergenza del terremoto.
È per questo che oggi, il sindaco osimano di Castelsantangelo, va su tutte le furie imparando la notizia che il neo eletto commissario straordinario Farabollini, pur non avendo detto niente di definitivo, sta rimettendo in discussione i criteri con cui si è proceduto alla perimetrazione dei territori terremotati. A rigor di logica, se si dovessero davvero annullare tutte le perimetrazioni fatte fino a oggi, annullando il concetto stesso di perimetrazione, sarebbe un grosso vantaggio per i comuni terremotati che potrebbero così snellire notevolmente le procedure per far ripartire finalmente la ricostruzione.
Invece Falcucci si arrabbia. Si arrabbia perché, dice, loro sono stati più bravi degli altri e le perimetrazioni le hanno già finite. Poco importa se il grosso dei comuni terremotati ancora sta in alto mare. Castelsantangelo è stato molto più bravo, muoia Sansone con tutti i filistei. Sono anche stati assegnati gli incarichi, e questo è un bel problema. Revocare gli incarichi significa fare una magra figura, specie se si vuole essere leader di un gruppo di professionisti pronti a ricostruire il territorio. Sono progetti che saltano. Come spesso è successo, Falcucci s'era fatto un programmino che poi è saltato non per colpa sua. Si capisce bene perché si arrabbi.

Luca Craia