Stanno arrivando a pioggia, in questi giorni, le richieste
di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate per il contributo bonifica
anno 2017. Il contributo viene riscosso dall’Agenzia delle Entrate per conto
del Consorzio Bonifica delle Marche. Le richieste di pagamento stanno arrivando
ai possessori di seconde case del cratere. Si tratta di una cifra esigua, meno
di 30 Euro, e molti pagano senza farsi troppe domande proprio per questo, anche
per evitare ulteriori complicazioni.
Il fatto, però, è che tale pagamento non sarebbe dovuto in
quanto la sospensiva dei tributi, scaduta il 31 maggio scorso, è stata prorogata
fino al 16 gennaio 2019, salvo ulteriori proroghe. La richiesta di pagamento,
quindi, sarebbe immotivata soltanto per questo, senza contare che, in ogni
caso, per essere tenuti al pagamento del contributo, è necessario che il proprio
immobile abbia avuto benefici dall’opera del Consorzio di Bonifica, benefici
che, per immobili terremotati in area terremotata, sono davvero difficili da
immaginare.
Chi ha ricevuto tali avvisi, quindi, può scrivere al Consorzio
Bonifica delle Marche e all’Agenzia delle Entrate per chiedere l’annullamento
del pagamento motivandolo con la sospensiva dei tributi per le aree
terremotate, auspicando che la richiesta venga accolta senza necessità di ricorso davanti al giudice, ricorso che vedrebbe quasi certamente soccombere l'Ente ma che è, comunque, oneroso e non a portata di tutti.
Rimane l’amarezza per questo iniquo balzello, tutto
italiano, che è vessatorio già nelle situazioni normale e lo diventa
enormemente di più in questo caso. Richiedere dei pagamenti non dovuti a chi ha
già subito danni enormi per il terremoto è inqualificabile, ma la
responsabilità non grava tanto sul Consorzio Bonifica quanto sulle scelte
politiche della Regione che, di fatto, autorizzano questi comportamenti. Ancora
una volta la Regione è più Marte che Marche.
Luca Craia