Non nascondo la mia delusione nei confronti delle politiche
sull’immigrazione messe in campo dall’attuale Governo e dal Ministro Salvini,
che appoggio in pieno in linea di principio ma che non riesco a comprendere sul
modus operandi. Si sta dando l’idea che si lavori a braccio, che si navighi a
vista e che non ci sia un progetto reale, serio e concordato con gli alleati su
come gestire concretamente i flussi migratori e gli stessi sbarchi. In questo
modo sarà ben difficile che l’Europa possa prenderci sul serio. La linea è
giusta ma manca il progetto e, senza progetto, non si costruisce nulla, almeno
che non debba crollare immediatamente.
Rimane però l’immensa gravità del comportamento della
sinistra italiana, riunita, dopo anni, nell’unico obiettivo di approfittare
della debolezza della politica proposta dal Governo in tema di immigrazione,
quandanche ampiamente appoggiata a livello popolare. La sinistra sta portando
il tema all’estremo, inasprendo la già profonda indignazione della stragrande
maggioranza degli Italiani e conducendo a grandi passi il Paese verso lo
scontro sociale.
La sinistra è composta, almeno nei vertici, da personaggi
con una formazione politica innegabile. Chi pensa che a sinistra ci siano degli
stupidi sbaglia: gli uomini che ricoprono incarichi di vertice sono stati
formati nelle scuole di partito e sono perfettamente preparati da poter
imputare loro la piena coscienza delle loro stesse azioni, che non possono
essere frutto di ingenuità ma soltanto di calcolo e progettualità. Per questo
ci si dovrebbe aspettare un esame approfondito delle motivazioni che hanno
spinto elettoralmente l’area politica cosiddetta progressista ai minimi storici
e che continuano ad abbassarne il gradimento nei sondaggi.
È impensabile che gente così preparata continui a perseguire
le stesse politiche che ne hanno decretato la disfatta senza analizzarle e
trarne delle conclusioni che portino alle opportune correzioni. È lapalissiano
che l’approccio al problema immigrazione sia stato il motivo della debacle e
che si dovrebbe rivedere l’intera politica sul tema. Eppure si continua sulla
stessa linea, anzi, inasprendo l’azione fino a utilizzare in maniera
sfacciatamente evidente magistratura, istituzioni e organi di informazione.
Tutto questo sta incattivendo il clima in maniera
parossistica, un clima tanto teso da temere azioni individuali contro gli immigrati
a ogni istante, a ogni notizia di crimini commessi da stranieri, a ogni
evidente violazione da parte di non Italiani. Sono timori fondati, perché la
tensione è alle stesse e i pazzi, come sempre, abbondano. La sinistra sta
evidentemente cavalcando quest’onda, addirittura in probabile attesa e speranza
di qualche gesto violento da parte di un folle, come purtroppo è già successo.
E lo fa nonostante questo la danneggi ulteriormente in termini elettorali perché,
dovesse andare fuori controllo la situazione, il gradimento politico
evidentemente si rovescerebbe, almeno nei loro probabili progetti.
Sarebbe molto più logico e responsabile rivedere la propria
politica e riaprire la discussione circa la soluzione a quello che è
obiettivamente un problema, ma la sinistra non lo fa. Il motivo pare chiaro:
sull’immigrazione è stato innescato un sistema economico-politico radicato e
proficuo, e ora il tentativo è di salvaguardarlo perchè esiste il serio rischio
che l’intero sistema crolli sotto i colpi, per quanto disorganici, del nuovo
Governo. Il sistema è talmente importante da ritenere sacrificabile persino l’esistenza
politica stessa della sinistra. Tutto questo è spavento.
Luca Craia