sabato 18 agosto 2018

La Mancini ci riprova, Franceschetti non si sa.

Sinceramente ero in apprensione aspettando di sapere chi sarà il candidato sindaco del centro-sinistra montegranarese per le prossime elezioni amministrative che si terranno nel 2019. Per fortuna ci ha pensato Laura Latini, segretario del PD nostrano nonché fedelissima di Basso Quello Alto e, quindi, fonte più che attendibile, che dichiara alla stampa che possiamo stare tranquilli: il numero uno di quella che un tempo era la lista Stranamore e che oggi di strano non ha più granché, visto che il destrorso Ubaldi si è convertito al marxismo moderno, sarà di nuovo Ediana Mancini, l'attuale sindaco.
È un'ottima notizia, secondo me, per l'opposizione in quanto la Mancini si è distinta per profonda antipatia, cattiveria, totale distanza da quelle che sono le reali necessità dei cittadini da lei amministrati. Non è affatto amata, l'attuale sindaco, e ricandidarla non è certamente la mossa più furba che si possa pensare. Ma, visti i personaggi a disposizione, e visto che, togliendo la Mancini, si aprirebbe una lotta interna per la successione che produrrebbe schizzi di sangue in grado di arrivare fino a Sant'Elpidio a Mare, forse questa è l'unica strada percorribile.
Molto carina anche la semi-retromarcia circa la presenza di Andrea Franceschetti alla festa dell'Unità che, sempre secondo la Latini, non implica necessariamente la sua candidatura alle elezioni ma è soltanto il dare la possibilità a un tesserato qualsiasi di esprimere il proprio pensiero durante il momento più alto della vita del partito a Montegranaro. Sarebbe interessante sapere quanti altri semplici tesserati avranno l'opportunità di salire sul palco della festa oppure capire secondo quale criterio è stato scelto proprio Franceschetti. Sicuramente pensare che questo sia imputabile alla popolarità acquisita come presidente di Città Vecchia, o alla storia politica della famiglia a cui appartiene che, nel recente passato, ha espresso per un lunghissimo periodo il vertice dei vertici del partito, è pensare male. Ma, siccome qualcuno diceva che pensare male è peccato ma di solito ci si acchiappa, e siccome la possibilità del ritorno in auge dei Franceschetti all'interno del PD la avevo sostenuta in tempi non sospetti, io continuo a pensare male. Ora si tratterà di capire se l'associazione presieduta fino a poco fa da Franceschetti riuscirà a sfatare l'immagine di strumento politico che da queste cose, purtroppo, le deriva.

Luca Craia