La moribonda sinistra italiana non aspettava altro: un
qualcosa si cui aggrapparsi affondando nell’oblio della propria ottusità e
disonestà intellettuale, un farmaco che ne prolungasse di qualche ora l’agonia,
il miglioramento della morte. La vicenda della nave Diciotti ha fornito un
salvagente sgonfio, ma che la può tenere a galla ancora un po’. Un errore
madornale da parte di Salvini, uomo che, di errori, ne ha fatti pochi ma che,
quando li fa, sono grossi. E l’errore parte dall’inizio della politica sull’immigrazione,
una politica sacrosanta che gli Italiani attendevano da tempo ma che va impostata
meglio, che va programmata, che non si può basare su slogan e proclami e su
azioni estemporanee. Occorre avere bene in mente il da farsi, occorre
programmarlo con gli alleati di governo e occorre fare in modo che poi questi,
non giochino sporco scaricandosi la coscienza come meglio possono. La vicenda
Diciotti è un brutto errore.
E l’errore sta facendo l’effetto del miele (e dico miele per
non parlare di altri materiali) che attira le mosche, laddove le mosche sono
gli ultimi sopravvissuti della sinistra italiana. Stanno andando tutti lì,
fisicamente e idealmente, a cavalcare l’onda di questa faccenda che, comunque
la si metta, bella non è. Ed è avvilente vedere il gioco del pietismo di
sinistra dare il meglio e il peggio di sé, mettendo in campo tutta l’artiglieria
pesante, dai giornalisti professionali come un giocatore di scopone scientifico
ai magistrati imparziali come un arbitro iuventino. E il bello è che questo
accorrere, questo meschino e ipocrita ulteriore utilizzo dei disperati che sono
il carico della nave italiana funziona ancora e fa presa sulla gente.
In realtà, la povera gente che staziona sulla DIciotti è
innocente. Lo è oggettivamente, sono pedine in mano a trafficanti e loschi
figuri che muovono le sorti del mondo, e sono pedine in mano alla sinistra che
non propone alcuna soluzione, fa solo la solita lacrimevole manfrina, conscia
che qualcuno che si commuova, nel Paese della De Filippi, si trova sempre.
Questo Salvini lo deve sapere.
Luca Craia