Si sono ringalluzziti tutti, dopo il clamoroso successo del
concerto di Jovanotti tenutosi domenica scorsa davanti a ben 70.000 persone,
delle quali sarebbe interessante sapere quante hanno speso i propri soldi dalle parti
di Matelica, magari per comprarsi un panino o una bibita. Chissà, magari
qualcuno ci fornirà qualche dato ufficiale. Comunque sono tutti contenti, e ci
mancherebbe pure, il successo è stato davvero grosso.
Sono contentissimi i 70.000 partecipanti che, anche con le
vesciche ai piedi e i postumi di un’insolazione, ancora non riescono a placare
l’entusiasmo. Ma non ce n’è uno che si ponga la domanda di come sia messa la
ricostruzione. Magari se la faranno dopo, smaltite le endorfine.
È contentissimo Marcorè che è riuscito anche a non
polemizzare con nessuno, stavolta, nella sua posizione difensiva a oltranza
contro chiunque dica soltanto “a” o si ponga il minimo dubbio sugli effetti del
suo festival per le terre terremotate.
È strafelice Ceriscioli che si sbottona e passa dall’ “evento
a costo zero” alla versione “evento che costa caro ma ne vale la pena”,
annunciando che i costi, che già avevamo sgamato noi da queste pagine, non sono
nemmeno di 300 e passa mila Euro comep da delibera, ma arrivano oltre i 500.000
(fonte Picchio News), considerando il costo dei servizi dati dai dipendenti
regionali. Va benissimo, ma non raccontateci più fregnacce.
È contento pure Jovanotti, abituato a folle oceaniche ma non
per i prati dei Monti Azzurri, che loda i Marchigiani, le Marche ma si scorda
completamente il motivo per cui sarebbe dovuto venire, ossia i terremotati.
Ma i terremotati se li sono scordati tutti, ormai. Ceriscioli
è ben contento che non se ne parli, Marcorè preferisce così, meno polemiche che
danneggiano la sua immagine. Il nuovo Governo tende a seguire le orme di quello
vecchio, la De Micheli ci dice che va tutto bene e stanno ricostruendo a tutto
spiano; di che ci vogliamo lamentare?
I telegiornali nazionali, del resto, fanno passare messaggi
positivi. I giornali nazionali, unici accreditati ufficialmente all’evento,
raccontano di cose bellissime. La stampa locale, che è la sola che potrebbe
dire veramente come stanno le cose, non viene per niente accreditata, non gli
viene dato lo spazio professionale, nemmeno una postazione per fare una foto
decente, col rischio di farsi linciare dal pubblico se ci si alza per farla. I
soli giornalisti locali sono quelli dello staff, e vuoi che si mettano a criticare?
Tutto bene, quindi. Ci siamo divertiti, abbiamo speso un po’
di soldi pubblici e, come per incanto, le Marche sono risorte. Forse. O forse
Marcorè ha detto alle Marche: “alzati e cammina” ma le Marche hanno risposto: “ma
non ci siamo già mosse abbastanza?”.
Luca Craia