lunedì 11 giugno 2018

Il Crocifisso è tornato a casa, grazie a Peppe Raparo. Un altro pezzo di storia di Montegranaro che rimettiamo al suo posto.

La scopertura

Sono molto orgoglioso di questo restauro. Lo sono perché è il quarto che seguo insieme ad Arkeo: quattro opere di recupero del nostro patrimonio culturale, a partire dall’impianto di illuminazione della Chiesa di Sant’Ugo, il nostro primo intervento importante, che finanziammo insieme ai Lions e che mi impegnò personalmente con un gran lavoro di coordinamento tra progettazione e realizzazione, anche se le targhe dicono altre cose poco veritiere.
Giuseppe Raparo
Abbiamo restaurato il Crocifisso di Sant’Ugo, interamente finanziato con fondi nostri, e il Sacello Lauretano, la Casetta della Madonna di Loreto, anch’essa finanziata con fondi di Arkeo.
Apro una piccola parentesi: dove prende i fondi Arkeo? Li prendiamo dal tesseramento che, da quando ci siamo staccati dall’Archeoclub Italia, rimane interamente nelle nostre casse e ci permette di muoverci più incisivamente, dalle offerte di chi viene a visitare i nostri luoghi, come Sant’Ugo, (ed è anche per questo che tenere aperta Sant’Ugo per noi è così importante, perché ci fornisce il denaro che spendiamo interamente per queste iniziative) e da libere donazioni dei soci.
Motivi di orgoglio per questo progetto ce ne sono: ovviamente perché quando si fa qualcosa, credo, di buono per la propria terra bisogna esserne orgogliosi, specie quando farlo diventa tanto difficile da avere voglia di mollare ogni due giorni, quando invece di collaborazioni trovi ostacoli deliberati e volontà di fermarti. Motivo di orgoglio enorme è che questa volta il restauro non lo abbiamo finanziato noi ma è stato realizzato grazie alla generosità di un nostro concittadino, un imprenditore che ama il suo paese e la sua storia, Giuseppe Raparo, che ha coperto interamente i costi dell’intervento. Sì, è motivo di orgoglio perché abbiamo la segreta speranza che Peppe sia il primo di una lunga serie di imprenditori illuminati che si prodighino per il recupero delle nostre radici culturali.
Marco Salusti, il restauratore
Montegranaro ha molti tesori da recuperare, nonostante ne abbia persi nel tempo la maggior parte, come stanno attestando le ricerche storiche che la nostra socia “topo da biblioteca” Luana Damen sta portando avanti. Questo patrimonio necessita di interventi, a volte urgenti e, se i Montegranaresi saranno generosi con la nostra cultura come lo sono sempre stati, per esempio, con lo sport, o anche meno se vogliamo, potremo recuperare cose preziosissime e dimenticate come questo Crocifisso.
Ultimo motivo di orgoglio è il Crocifisso stesso. Non avevamo idea che fosse così bello e prezioso finchè non ci abbiamo messo le mani e solo andando avanti col restauro ci siamo accorti, passo passo, che stavamo portando alla luce qualcosa di incredibile. Questa scultura è un unicum, una cosa che abbiamo solo noi e di cui dobbiamo essere gelosi custodi.
Giacomo Beverati
Il progetto di restauro del Crocifisso delle Anime Sante in realtà parte da lontano, dal 2012, quando cominciò a prendere corpo l’idea di realizzarlo in collaborazione con il Comune di Montegranaro. Ci furono diversi sopralluoghi, uno dei quali alla presenza dello stesso Sindaco di allora, Gastone Gismondi, ed eravamo a buon punto per realizzarlo quando la giunta, ricorderete, venne sfiduciata e tutto si arenò.
Nel frattempo abbiamo portato avanti altri progetti, non solo restauri ma iniziative per la promozione turistica e culturale del nostro territorio, e un anno e mezzo fa, frugando nel mio archivio, mi è tornato sotto questo progetto. Ho proposto ai miei soci di riprenderlo in mano e di finanziarlo, ma non avevamo fondi sufficienti. Così ci siamo messi a cercare un finanziatore e lo abbiamo trovato in Giuseppe Raparo, legato a questo Crocifisso anche da motivi affettivi come ci ha raccontato ieri.
Don Sandro Salvucci durante la benedizione
Il bene è di proprietà comunale e quindi abbiamo subito sottoposto il progetto e il finanziamento prima all’Assessore alla cultura, Giacomo Beverati, e poi al Sindaco, che hanno deciso di autorizzarlo. Così è partito l’iter burocratico, un iter al quale non eravamo abituati perché è la prima volta che interveniamo su un bene di proprietà pubblica, in passato i nostri progetti hanno interessato sempre beni ecclesiastici e le procedure erano decisamente più snelle e veloci.
Durante le fasi di ripulitura, mentre Marco toglieva le numerosissime contaminazioni dovute al tempo e a interventi maldestri, dal crocifisso, ogni tanto mi chiamava e mi diceva: tu non hai idea di cosa ho scoperto. E ieri Marco ci ha mostrato fase per fase il lavoro svolto, con tanto di corredo fotografico. È stato avvincente procedere in quest’opera di recupero, una scoperta continua, un continuo meravigliarsi.
Ieri, quindi, il Crocifisso delle Anime Sante è tornato alla vista dei Montegranaresi. C’è stata la cerimonia religiosa di riposizione e abbiamo scoperto l’opera ricollocata nella sua sede originale (anche se quella davvero originale non sappiamo quale sia, visto che il crocifisso è almeno del XVI e il cimitero è del XIX, quindi prima da qualche parte stava. Ci sta lavorando Luana Damen e contiamo di scoprirlo. Quando lo faremo lo faremo sapere, ovviamente).
Il Coro Crypta Canonicorum
Dicevo, il Crocifisso è tornato al suo posto con una bella e partecipata cerimonia al cimitero, impreziosita dai canti degli amici del coro Crypta Canonicorum diretto dall'impagabile Emiliano Finucci. C’era molta gente al cimitero per la cerimonia, ma mi auguro che ci vada tanta gente a vedere nei prossimi giorni, perché è importante che Montegranaro riscopra la propria storia, i propri tesori, il proprio patrimonio. È importante che Montegranaro prenda coscienza di quanto è stata bella e importante in passato, prima delle scarpe, prima della ricchezza, prima dei grandi successi sportivi.
Montegranaro era una città ricca di opere d’arte, potente sul territorio, una città importante per la propria storia e la propria cultura. Questa storia e questa cultura devono essere recuperate e promosse. Questo è quello che facciamo noi di Arkeo, ma da soli possiamo poco, abbiamo bisogno dei Montegranaresi, del loro sostegno prima di tutto morale. Abbiamo bisogno di sentire che la città ci sostiene, comprese le istituzioni, soprattutto le istituzioni. Per questo ci auguriamo un futuro migliore, meno difficoltà, un percorso più facile, in futuro, per riprenderci la nostra cultura tutti insieme.

Luca Craia