giovedì 7 giugno 2018

Ceriscioli benedice Risorgimarche e ci spiega a che serve. La magia della musica che ricostruisce le Marche.


“La seconda edizione di questo Festival ha un altro valore rispetto allo scorso anno, un valore di stabilità e di continuità che assume un nuovo significato simbolico: se lo scorso anno era vicinanza alle popolazioni colpite, quest’anno è senso di consolidamento culturale e identitario. Che è importante quanto la ricostruzione materiale, perché significa dare ragioni per un pieno ritorno nei territori e viverli completamente, significa anche rendere un servizio straordinario alle popolazioni che si sentono giustamente protagoniste anche dell’accoglienza”. Lo ha detto Luca Ceriscioli durante la conferenza stampa di presentazione della seconda edizione di Risorgimarche, il festival musicale organizzato da Neri Marcorè che anche quest’anno porterà artisti famosi e acclamati tra le montagne colpite dal sisma.
La frase del Presidente detentore del record mondiale di taglio nastri appare a molti oscura e sibillina. Che avrà voluto dire? Secondo me il Presidente vuole significare che, come per miracolo, dalle note di Risorgimarche partirà la ricostruzione, quella vera. Vedremo le macerie salire sui camion da sole e andare in discarica, separandosi da sole così da evitare pure i problemi relativi all’amianto. Vedremo i mattoni andare a spalmarsi di calcestruzzo e impilarsi a formare i muri, le tegole volare sui nuovi tetti, le case crescere velocemente e con perizia con i materiali di costruzione spostati dalla magia della musica come i topi del pifferaio magico. Del resto, non è per questo che si fa il festival?

Luca Craia