giovedì 7 giugno 2018

La Bachetti era attendibile. Massimo Rossi a processo.


Era stata insultata e minacciata, Pisana Bachetti, la testimone chiave dell’omicidio di Emmanuel Chidi, il nigeriano ucciso ormai due anni fa a Fermo da Amedeo Mancini durante una rissa scatenata da motivi razziali. Gli insulti pesanti e addirittura le minacce di morte erano stati pubblicati su Facebook e derivavano dalla presunzione, peraltro mai suffragata da prove concrete, che la signora fermana fosse un teste inattendibile, cosa poi risultata totalmente infondata. Ciononostante si è proseguito a gettare fango sulla poveretta, rendendo la sua vita un inferno fino a oggi.
La testimonianza di Pisana Bachetti fu fondamentale per capire come si svolsero i fatti a Fermo quell’estate di due anni fa, soprattutto dimostrando che la versione fornita dalla vittima, ossia che il marito era stato massacrato con un paletto, era totalmente falsa. Infatti le prove, compresa la testimonianza della Bachetti, dimostrarono che fu sferrato un solo pugno al richiedente asilo il quale poi, cadendo, andò a sbattere la testa contro il marciapiede, urto che ne causò la morte. La versione della Bachetti, risultata veritiera e attendibile, non piaceva ad alcuni che sposarono fin da subito la tesi della violenza razziale.
Oggi arriva la notizia che cinque persone sono state rinviate a giudizio dal Tribunale di Ascoli Piceno con l’accusa di diffamazione a mezzo stampa nei confronti della Bachetti. Tra loro figura anche il professor Massimo Rossi, consigliere comunale di opposizione a Fermo e promotore del Comitato 5 Luglio, associazione che tutt’oggi opera per rimarcare la centralità della questione razziale nell’omicidio.
Il processo è fissato per il 5 febbraio prossimo e speriamo possa portare ancora maggiore chiarezza in questa vicenda. Ma, soprattutto, c’è da sperare che finalmente la signora Bachetti possa tornare a vivere serena.

Luca Craia

Il Resto del Carlino di giovedì 7 maggio 2018