giovedì 21 giugno 2018

A fine mandato la maggioranza sta ancora all’opposizione. E non possiamo permetterci due microfoni nuovi.


Mi ci è voluta una gran fatica per capire cosa sia successo l’altra sera in Consiglio Comunale, a Montegranaro. Non ho potuto essere presente ma facevo affidamento sullo streaming. Ma sbagliavo: lo streaming è una favola, una leggenda metropolitana, non esiste o, meglio, esiste qualcosa che chiamano streaming del Consiglio Comunale ma che non mette il cittadino che voglia seguire la seduta da casa nelle condizioni di capirci qualcosa: l’audio è intraducibile, indegno di un paese come Montegranaro, un paese che spende centinaia di migliaia di Euro in investimenti più o meno discutibili e più o meno utili ma non riesce a trovare due spiccioli, perché due spiccioli servono, per fare un impianto di amplificazione degno di una sala consiliare, non riesce a comprare un computer decente in grado di mandare in diretta lo streaming delle sedute, a fare un’inquadratura rispettosa delle minoranze che puntualmente rimangono fuori dalla camera. Sembra quasi che si voglia evitare che i cittadini seguano la politica e le sue decisioni, con l’alibi che tanto lo streaming c’è. Solo che non funziona.
Ma veniamo a quello che è successo lunedì scorso, che sono riuscito a capire dopo aver riascoltato la registrazione con tanta pazienza e ripetute volte. Si sono malmenati, i Consiglieri Comunale montegranaresi, con un nervosismo evidentissimo da parte della maggioranza di governo che è stata provocatoria fin da subito, dietrologica, accusatoria. Fossero stati all’opposizione, gli assessori e i consiglieri della Giunta Mancini avrebbero fatto un bel lavoro. Il problema è che non sono all’opposizione e, dopo quattro e passa anni ancora non lo hanno capito. Spendere mezza seduta del Consiglio Comunale ad accusare la minoranza non ha senso, non si sa a cosa serva, denota nervosismo, scarse idee e forse voglia di evitare di focalizzare l’attenzione sui temi importanti buttandola in cagnara. Una bruttissima pagina della politica cittadina, che prelude a una campagna elettorale in cui, c’è da scommetterci, i colpi bassi si sprecheranno. E al paese tutto questo non giova, tutta questa cattiveria fa male.

Luca Craia