domenica 10 luglio 2016

Sgarbi rinuncia a Fermo e dà lezione di buon senso



Il professor Sgarbi con me a Sant'Ugo.

Vittorio Sgarbi, il pugnace critico d’arte e di costumi che tutti conosciamo per la sua acre e dissacrante tempra, oggi ci dà l’esempio di come dovrebbe comportarsi l’uomo pubblico, investito dell’autorità di smuovere opinioni e, quindi, masse. Sgarbi rinuncia a Fermo. Doveva essere nel capoluogo dell’alto Piceno lunedì 11, domani, a Villa Vitali, per parlare di Caravaggio e Pasolini ma, visto quanto accaduto ma, soprattutto, visto il circo equestre di politici e opportunisti di varia natura, lui, che è solito a buttarsi a pesce in ogni polemica e, se non c’è polemica, che è capace di inventarne una, stavolta gira i tacchi e se ne va.
“Credo sia opportuno - spiega Sgarbi - lasciare spazio al lutto per la morte di Emmanuel Chidi Nnamdi e alla riflessione su quanto accaduto. Sono giorni di grande turbamento. Tra l'altro, lo spettacolo racconta, attraverso le opere d'arte, episodi di vita estrema e di violenza che riguardano Caravaggio e Pasolini, e non voglio che qualcuno li accosti alle vicende del nostro tempo”.
Saggezza, lungimiranza, intelligenza. Questo è quello che è mancato nel Fermano in questi ultimi tragici giorni. È mancato a tutti: politici di prima, seconda e terza linea, preti o presunti tali, giornalisti, comuni cittadini. È mancato ad associazioni, movimenti, persone che, come Sgarbi, hanno il potere di convogliare un messaggio. Il messaggio che invia Sgarbi al Fermano, alle Marche e alla nostra povera Italia in mano a lestofanti, opportunisti e, consentitemi, cretini è questo: fermiamoci e riflettiamo, soprattutto non creiamo altro odio. Un messaggio che serviva.

Luca Craia

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