lunedì 30 maggio 2016

Scuole rosse: come ti affosso la scuola del centro storico



Trovo sconcertante la proposta del Sindaco Mancini uscita sul Carlino di portare la scuola materna all’interno dell’edificio scolastico di via Marconi, le cosiddette scuole rosse. È sconcertante perché fornisce la prova lampante di un atteggiamento di rinuncia nei confronti del polo scolastico storico che consegue a una considerazione sostanzialmente nulla delle problematiche legate al centro storico cittadino.
La scuola è uno dei tanti elementi che rendono vivo un quartiere. Il progressivo spopolamento delle scuole del centro testimoniano il disagio sociale che si vive nel cuore del paese che, pur non essendo demograficamente in calo, con la non iscrizione di bambini a scuola segnala una ghettizzazione del quartiere che peggiora di anno in anno e innesca un circolo vizioso per il quale l’Italiano non si iscrive perché ci sono troppi stranieri e ci sono troppi stranieri perché l’Italiano non si iscrive. In breve, con questo passo, le scuole rosse rischiano di chiudere.
La soluzione prospettata dal Sindaco non va nella giusta direzione, anzi. Il Sindaco, in questo modo, sancisce la presenza di un’unica sezione per lasciare posto alla materna che, andando avanti così, è destinata a scomparire insieme a tutto il plesso.
La soluzione forse l’aveva trovata l’ex dirigente, Annalena Matricardi, quando propose di “specializzare” le scuole rosse con delle sezioni esclusivamente a tempo prolungato. Questo avrebbe caratterizzato il plesso, avrebbe escluso ogni possibilità di ghettizzazione e avrebbe dato valore alla scuola ridandogli vita e futuro. Purtroppo il progetto non è mai stato attuato e oggi non esiste nemmeno nei pensieri di chi prende decisioni sulla scuola.
È evidente, comunque, come questo sia un ulteriore tassello della politica per il centro storico attuata dall’amministrazione comunale, una politica che non tiene in considerazione i problemi e le esigenze del quartiere e che ne sta aggravando ulteriormente la già precaria condizione.

Luca Craia

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