giovedì 25 novembre 2021

CS - Simona Lupini (M5S): “Violenza di genere, boom durante il lockdown è stress test per il sistema Marche: più fondi e avanti col reddito di libertà”


Comunicato integrale

 

Sfruttare al meglio i nuovi strumenti nazionali e più attenzione alla rete territoriale per contrastare un fenomeno in crescita, nelle Marche e in Italia

25 Novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne: un fenomeno, che nelle Marche e in Italia è cresciuto durante il lockdown. A fare il punto, sulla situazione marchigiana e sulle risposte da dare, la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Simona Lupini, vicepresidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali, con un’esperienza importante sul campo nel settore delle violenze di genere.

“Le segnalazioni di violenze sono cresciute del 79,5% nel 2020, un dato davvero preoccupante: un vero e proprio stress test per il sistema, che però fortunatamente ha retto bene. I soli Centri Anti Violenza hanno attivato 407 percorsi di accompagnamento, e il loro lavoro si svolge in sinergia con Case d’Emergenza, Case Rifugio e Case per le semi-autonomia, che accolgono le donne e i minori in difficoltà e che lavorano a pieno regike” sottolinea la consigliera, commentando i dati del Rapporto sulla Violenza di Genere nelle Marche, presentato in Consiglio martedì 23 e di cui è stata relatrice di minoranza “La Regione deve comunque investire di più nella rete di assistenza territoriale, e nella sua integrazione con altre strutture socio-sanitarie, che possono rendere più tempestivo e capillare l’intervento: non dimentichiamoci che la violenza di genere è un fenomeno spesso sommerso.”

E in quest’ottica, l’invito è alla Giunta per accelerare sul riordino dei consultori: “I consultori familiari sono un primo anello fondamentale del sistema di intervento contro le violenze, ma aspettano da anni maggiori fondi, personale e una legge di riordino delle loro competenze e organizzazione, che nelle Marche manca dal 2003: il Consiglio ha votato all’unanimità a inizi 2021 un impegno per arrivare presto a una nuova legge, e i dati del Rapporto ci dicono che non possiamo più rimandare l’azione.”

Fondamentale anche la sensibilizzazione nel quotidiano: “Ho avuto il piacere di intervenire domenica 21 novembre a <<La sala d’attesa>>, uno spettacolo teatrale promosso dall’associazione Artemisia di Fabriano, con la collaborazione di psicologhe, operatrici e volontarie dell’antiviolenza. Le attività di educazione, di consapevolezza, di confronto con la comunità sono fondamentali, per costruire una cultura del rispetto reciproco”.

Infine, non vanno dimenticati i nuovi strumenti nazionali messi in campo per lottare contro il fenomeno: “Il numero unico antiviolenza 1522, che abbiamo promosso come Movimento 5 Stelle, è stato un primo passo fondamentale per permettere alle vittime di denunciare in sicurezza. Il passo successivo era costruire uno strumento nazionale, universale, che evitasse di costringere alla terribile scelta tra povertà e violenza: oggi, abbiamo finalmente il Reddito di Libertà, un fondo dell’INPS che sostiene i percorsi di emancipazione delle donne vittime di violenza. Dobbiamo promuovere la consapevolezza di questi strumenti, e rafforzarli sempre di più.”

mercoledì 24 novembre 2021

Civitanova Marche. Leonardi (FDI): “Attenzione massima alla provincia di Macerata, grazie al Presidente Acquaroli e di tutta la Giunta”

 

Comunicato integrale

 

“L’incontro promosso dal presidente della Giunta regionale, Francesco Acquaroli, e dall’assessore alle Infrastrutture, Francesco Baldelli, con i Presidenti di Confartigianato Imprese, Cna, Confcommercio, Confesercenti e Confindustria della provincia di Macerata, il Sindaco di Civitanova Marche Fabrizio Ciarapica e al quale ho partecipato ha mostrato – ancora una volta – come il lavoro sinergico messo in piedi per la viabilità della Provincia di Macerata stia procedendo a ritmi serrati”. Questo il commento del consigliere di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale delle Marche, Elena Leonardi, nonché presidente della IV Commissione consiliare Permanente, al termine dell’incontro svoltosi nella mattinata odierna nella sala Consiliare del comune di Civitanova per la presentazione di un’ulteriore opera infrastrutturale che faciliterà i collegamenti viari fra le province di Macerata e Fermo. Presenti, inoltre, i consiglieri regionali di FdI Pierpaolo Borroni e, per il fermano, Andrea Putzu.

“Come avvenuto, nei giorni scorsi, nell’incontro con i Sindaci della Valle del Potenza a Macerata, abbiamo inteso condividere l’andamento dei progetti che stiamo portando avanti, in modo coordinato, con l’assessore con delega alle Infrastrutture Francesco Baldelli, l’intero Esecutivo regionale e noi rappresentanti di maggioranza del maceratese presenti in Consiglio regionale. Ridurre il gap infrastrutturale di quest’area, rafforzando anche la sicurezza e snellendo la viabilità in generale, sono le nostre stelle polari. Abbiamo inteso, quindi, aggiornare lo stato dell’arte a seguito, nella scorsa primavera, della stipula della Convenzione tra Regione Marche e ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile (MIMS) per la realizzazione del collegamento della vallata del Potenza a Macerata, importo 10 milioni di euro, con affidamento dei lavori previsto entro l’anno e conclusione calendarizzata nel 2024. Un progetto di grande respiro che si innesta nel piano ampio che vede anche la realizzazione del casello autostradale sulla A14 fra Porto Potenza Picena e Porto Recanati, inserito tra gli interventi prioritari del Masterplan delle Infrastrutture. Il terzo punto è, com’è noto, la costruzione di una rotatoria a Porto Recanati alla fine della strada statale “Regina” finanziata dalla Regione Marche con un milione di euro e che sarà realizzata da Anas. Durante l’incontro, inoltre, è stata presentata il la Bretella di collegamento SS. 77-SS. 16 Civitanova Sud che interessa anche i comuni di Sant’Elpidio a Mare e Porto Sant’Elpidio con un costo stimato dell’opera di oltre 35 milioni di euro e che sta ultimando il proprio iter amministrativo. Sono opere sinergiche fra loro e che andranno, certamente, a ridurre il gap infrastrutturale della provincia di Macerata, garantendo – conclude Elena Leonardi, consigliere di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale e presidente della IV Commissione consiliare Permanente – una viabilità maggiormente scorrevole per i cittadini, per le imprese, e rafforzando anche la vocazione turistica del territorio”.

 

Elena Leonardi

Consigliera FdI Regione Marche – Presidente IV Commissione consiliare

Montegranaro e i suoi tesori da scoprire: il Barocci di SS.Filippo e Giacomo.


Non sappiamo (ancora, ma ci stiamo lavorando) come ci sia finito un Barocci a Montegranaro, ma c’è e tanto basta. Rappresenta un tema piuttosto insolito per una chiesa cattolica, la circoncisione di Gesù, e lo fa in maniera piuttosto cruenta rispetto a come il tema viene normalmente trattato nei rari casi in cui compare. Ad esempio, la circoncisione di Rubens, presente a Genova, mostra l’atto chirurgico ma nascondendolo dietro le mani del circoncisore. Stessa cosa fa il Signorelli nella sua opera esposta a Londra. Nella tela montegranarese, invece, il Barocci non esita a mostrare sia l’atto dell’incisione, mettendo in primo piano la lama, che addirittura il sangue del Bambino, dando all’opera una connotazione peculiare.

Federico Barocci è uno dei più importanti, se non il più importante esponente del manierismo italiano. Le sue opere sono esposte nei maggiori musei del mondo, come ila National Gallery di Londa o al Del Prado a Madrid. C’è da dire che il dipinto non sembra essere completamente opera di Federico, piuttosto si possono riconoscere mani diverse, il che significherebbe che si tratta di un’opera di bottega a cui il Maestro ha messo mano solo parzialmente. Ma questa mano è riconoscibilissima inequivocabilmente nel volto della Madonna, inconfondibilmente baroccesca. Viene datato tra il 1590 e il 1599 e lo troviamo in un buono stato di conservazione.

È una tela importante per dimensioni, misurando in altezza 270 centimetri e in larghezza 161. È sprovvisto di cornice, segno questo che era la pala di un altare, forse dell’antica e cinquecentesca SS.Filippo e Giacomo, poi smontata e portata nella cosiddetta cripta quando, nel 1770, fu edificata l’attuale chiesa.

A corredo della stessa chiesa c’era anche, molto probabilmente, la natività seicentesca che oggi alloggia  di fronte, ed entrambe finirono a Sant’Ugo, dimenticate da tutti. Immaginate semplicemente che, quando entrai a Sant’Ugo dopo anni di oblio, nel 2010, per riaprirla e renderla finalmente fruibile sistematicamente al pubblico com’è oggi, trovai la preziosa tela del Barocci buttata a terra rivolta verso il pavimento.

Oggi finalmente ha una collocazione consona e può essere ammirata nelle occasioni di apertura della chiesa, che oramai è un complesso unico con Sant’Ugo e ne segue il calendario di apertura, o nei tour che organizzo insieme ad Arkeo. Il prossimo sarà programmato a breve per una delle due domeniche che precedono il Natale.

 

Luca Craia