giovedì 24 settembre 2020

Movimenti tellurici a Monte San Giusto: forse arrivano le dimissioni di Sardini.

Per ora è solo una voce di corridoio, ma di quelle che riecheggiano in ogni stanza e che sembrano davvero verosimili: il candidato sindaco di una delle due liste di destra presentatesi alle ultime elezioni e uscite sconfitte, nonché ex capogruppo di minoranza di una delle due minoranze, Giuseppe Sardini, potrebbe dimettersi a momenti, se non si è già dimesso.

La verosimiglianza della notizia risiede nel progressivo rendersi autonomo di Sardini, specie sui social, dove spesso divaga in interessanti pensieri politici e filosofici, e anche nel suo comportamento istituzionale, con l’abdicazione da capogruppo de Il Loggiato per lasciare il posto a quella Romina Tortolini, anch’ella candidata a sindaco ma per l’altro schieramento di destra e che, nel frattempo, abbandonava il gruppo col quale è stata eletta, Azione Comune, e il suo compagno di avventura, Andrea Salvatori, per confluire in quello di Sardini; il quale gruppo che, intanto, cambiava il nome in Destra Sangiustese.

Un guazzabuglio per il quale il Sindaco Gentili e i suoi colleghi di giunta sicuramente si sono fregati le mani fino a dover presumibilmente ricorrere alle cure mediche e che, se il tutto fosse confermato, arriverebbe a un epilogo spettacolare. Infatti, con le eventuali dimissioni di Sardini, si aprirebbero scenari piuttosto interessanti, per via della surroga.

Con una destra così movimentata, è difficile capire se chi andrà a sostituire l’ex capolista porterà avanti la stessa linea oltranzista, quasi più incentrata a fare l’opposizione all’altra opposizione, quella di Salvatori, per capirsi, che alla maggioranza. Forse si apriranno spiragli per il dialogo tra le destre, magari qualche tipo di ricucitura, il che certamente andrebbe a preoccupare il suddetto Sindaco, reduce dalla sconfitta da personal trainer politico e strategico del candidato a presidente delle Marche, e che smetterebbe finalmente di fregarsi le mani. Ma questa è fantascienza o, meglio, fantapolitica. Aspettiamo e vediamo se è vero, intanto.

 

Luca Craia

La commovente storia del mendicante che diventa ricco col gratta e vinci.



Mi sono commosso di fronte alla storia del mendicante di Jesi che ha vinto 300.000 Euro al gratta e vinci. Mi sono commosso perché il messaggio che si voleva mandare è arrivato, ossia che, giocando d’azzardo (perché comprare gratta e vinci è giocare d’azzardo) puoi cambiare in meglio la tua vita. Mi sono commosso perché un poveruomo che viveva di espedienti chiedendo l’elemosina al semaforo, ha speso i pochi spiccioli che aveva racimolato, non per farsi un panino, ma per comprarsi un gratta e vinci. Mi sono commosso perché la notizia non è che un uomo, italiano, ha perso il lavoro da anni e deve chiedere l’elemosina per vivere; la notizia è che un mendicante ha vinto al gratta e vinci. La notizia non è che in Italia, paese civile, lo Stato lascia i suoi cittadini in condizioni tali da dover chiedere l’elemosina la semaforo; la notizia è che, giocando d’azzardo, il mendicante diventa ricco.

A me commuove, e un po’ fa anche annebbiare la vista, questa informazione pilotata, utilizzata per fare pubblicità all’illegalità legale dello Stato, che vende i suoi prodotti vietati (il gioco d’azzardo dovrebbe esserlo) a cittadini già massacrati dalle vicissitudini della vita, da una società che esclude ed emargina e dallo Stato stesso che non li aiuta. A me commuove che la gente sia indotta, seppure in condizioni più che precarie, a spendere per un gratta e vinci piuttosto che per sopravvivere.

Quant’è bella la favola moderna del mendicante che diventa ricco. Più bella, più affascinante, più accattivante e più funzionale alle politiche di quest’epoca disumana che raccontare, che ne so, di un mendicante che viene aiutato a trovare un lavoro, a rifarsi una vita. Ma poi che ci scriviamo sui giornali? Come li vendiamo i gratta e vinci?

 

Luca Craia

mercoledì 23 settembre 2020

Il Nuovo CDU si complimenta con Parcaroli ed esprime soddisfazione per le elezioni a Macerata.


Comunicato integrale

 

Il N.CDU gioisce per l'elezione del neo Sindaco di Macerata  Sandro Parcaroli (52,78% al primo turno) e si complimenta con il Coordinatore Provinciale Mattia Orioli per aver centrato questo importante obiettivo per la città di Macerata.

Per un partito che si affaccia per la prima volta alle elezioni il risultato ottenuto è un buon inizio, e le tante preferenze personali di Orioli 141, ultimo dato aggiornato, dimostrano il suo radicamento in Città.

Purtroppo allo stato dell’arte in cui si riscontrano i dati elettorali emersi, tutto ciò non risulta essere sufficiente per avere un posizionamento in consiglio comunale, ma per il dato definitivo su questo esito, attendiamo il responso finale della commissione elettorale.

Il lavoro e la competenza di Mattia Orioli, nonché la pazienza nei rapporti umani, adoperata nel perseguire l'unità, i suoi sacrifici personali, anche economici, le energie messe in campo per comporre la lista del N.CDU, a sostegno di Parcaroli (lista composta da persone capaci, serie e per bene) ed il lavoro svolto per formulare un programma di rilancio, messo a disposizione di tutta la coalizione, hanno dato il frutto sperato e favorito la vitoria di Parcaroli.

La dirigenza Regionale del N.CDU si complimenta con Mattia Orioli riconoscendogli una vittoria personale ed umana molto grande, purtroppo non completa se confermata, perché penalizzata elettoralmente dal metodo D'Hondt (metodo per ripartire i seggi in consiglio comunale).

Inoltre, la stessa dirigenza, ringrazia coralmente tutti quegli uomini e quelle donne di buona volontà che si sono spesi per sostenere i valori Cristiani e Democratici condivisi dal partito.

Questo  sforzo di valori, persone, competenza e passione rappresenta un un punto di partenza importante per una storia politica, ma anche per una amministrazione fortemente proiettata al cambiamento ed al futuro.