venerdì 17 gennaio 2020

Per l’Italia gattopardiana serve solo il proporzionale. E i rinnovatori tornano all'antico.

Si va verso l’ennesima riforma del sistema elettorale italiano, ma stavolta si abbandona ogni velleità maggioritaria, anche in funzione della bocciatura del referendum per il maggioritario di Salvini, e si punta dritti al proporzionale. Il maggioritario non fa per noi, nazione gattopardiana, dove tutto cambia per non cambiare niente, dove regna la cultura dell’intrallazzo, la venerazione per il furbo, l’arte del gioco su più tavoli. Intendiamoci: non sto criticando il mio Paese, sto solo riassumendo dei dati di fatto, tanto più che anche io sono piuttosto incline al sistema proporzionale in quanto ritengo inutile parlare di maggioritario e poi fare governi con alleanze impossibili, o possibili solo con il sistema proporzionale. Insomma, è una questione di onestà intellettuale.
Il maggioritario è fatto per gente che sa rispettare i patti, che assume un impegno e cerca di portarlo a termine. Il maggioritario prevede lealtà, coerenza. Il maggioritario non fa per noi, diciamocelo. Del resto, abbiamo sempre avuto il proporzionale, abbiamo sempre assistito a una politica bizantina fatta di accordi sottobanco, di detti e non detti, di pugnalate per poi abbracciarsi e ripugnalarsi di nuovo. Certo, a fare questa politica, un tempo, c’era gente che ci capiva, di politica. Ma dobbiamo adattarci col materiale che abbiamo. E poi, del resto, il maggioritario abbiamo provato a farlo, ma non ci riesce proprio. E alla fine si sono arresi pure quelli che volevano rinnovare la politica, che volevano entrare nel palazzo e rovesciare tutto. Ora sono proprio loro che presentano la proposta di legge per tornare all’antico. Intanto, Andreotti, da qualche parte se la sta sicuramente ridendo.

Luca Craia



giovedì 16 gennaio 2020

“IRREGOLARE LA PROCEDURA DI NOMINA DI MARALDO”. ZAFFIRI PRESENTA INTERROGAZIONE


Per il nuovo direttore amministrativo di AO si sarebbe trovata una corsia preferenziale. La denuncia in una interrogazione presentata dal capogruppo della Lega, Sandro Zaffiri


Comunicato integrale

Sarebbe viziata da irregolarità la nomina del direttore amministrativo dell’Azienda ospedaliera di Ancona, Antonello Maraldo. A mettere in evidenza le lacune presenti nella procedura di nomina è il capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Sandro Zaffiri che, sulla questione, ha depositato una circostanziata interrogazione.
“La nomina del direttore amministrativo è in capo al direttore generale dell’Azienda (Caporossi, ndr) – rileva Zaffiri – e fin qui nulla da eccepire. Il problema nasce dal fatto che la scelta su Maraldo è avvenuta in violazione della norma che prevede che il suo nome avrebbe dovuto essere obbligatoriamente attinto dagli elenchi regionali di idonei, anche di altre regioni, appositamente precostituiti”.
“Oltre a ciò – aggiunge Zaffiri – il candidato avrebbe anche dovuto passare al vaglio di un colloquio effettuato da commissione nominata dalla Regione. Ma, per l’attuale direttore amministrativo si è preferita una corsia preferenziale, salvo poi correre ai ripari, disponendo cinque giorni dopo la sua nomina (!) il bando per la formazione dell’elenco regionale degli idonei”.
Nell’atto ispettivo, si chiede pertanto al Presidente della Giunta, in qualità di Assessore alla Salute di spiegare i motivi di una procedura così alternativa a quella prevista dalla legge e di indicare in quale elenco di idonei fosse presente il dott.Maraldo. Nel caso in cui poi l’attuale Direttore amministrativo non fosse iscritto in tali elenchi, se ritiene che la nomina sia legittima e lecita ed eventualmente come si intende salvaguardare le legittime aspettative di altri candidati esclusi.

Sandro Zaffiri


Ancona, 16 gennaio 2020