lunedì 15 luglio 2019

Stragi del sabato sera: la cultura dello sballo la vera causa. Locali chiusi prima.


I controlli ci sono, le Forze dell’Ordine stanno facendo un enorme lavoro di prevenzione contro la guida in stato di alterazione, ma non è pensabile che possano controllare tutti. C’è anche un enorme sforzo per contrastare la diffusione degli stupefacenti, e ne troviamo testimonianza quasi ogni giorno sulle cronache, con notizie di arresti e sequestri. Ma anche questo non è sufficiente.  Purtroppo il problema delle cosiddette “stragi del sabato sera” non è esclusivamente risolvibile con la repressione, perché è un problema culturale, e va risolto alla radice.
La cultura dello sballo è indotta, non è venuta da sola, è stata imposta. È stata imposta prevalentemente dgli orari di apertura dei locali, che rimangono attivi fino a ben più tardi dell’alba. È stata indotta con messaggi diretti alle nuove generazioni, in cui si fa credere che, senza alterare la propria percezione, non c’è divertimento. È stata indotta dallo strisciante lassismo che classifica le droghe tra buone e cattive, generando dubbi e autoassoluzioni tra i giovani.
Ecco, il problema è complesso è va risolto correggendo questi enormi errori culturali ed educazionali: la droga è droga, anche se una fa più male e una meno male. E drogarsi è sbagliato, punto, come è sbagliato ubriacarsi. Non esistono droghe meno droghe, esistono droghe e basta e, se per divertirsi serve drogarsi e alterare il proprio stato psicofisico, si ha un problema, non è normale, non può essere giudicato normale.
Un tempo il drogato era un emarginato e, quindi, un esempio da non seguire. Questo comportava conseguenze negative per il drogato, ma limitava il danno sociale. Oggi drogarsi è accettato, persino da una certa classe dirigente, per cui scatta il meccanismo dell’emulazione, del comportamento sociale non soltanto ammesso ma addirittura richiesto.
Da non sottovalutare la questione degli orari. In effetti si dovrebbe parlare più di “stragi della domenica mattina” che del sabato sera, in quanto la maggior parte degli incidenti capitano la mattina presto, dopo una notte estrema. Oltre agli effetti dell’eventuale uso di sostanze psicotrope, in questo caso entra in gioco il fattore stanchezza, il fisico cede, non si hanno più le piene facoltà. È quindi importante limitare gli orari, non soltanto imponendo la chiusura dei locali, che comunque va pretesa entro una determinata ora, ma educando i giovani a una cultura del divertimento più sana e più normale, giudicando non normale il doversi divertire fino a oltre l’alba.

Luca Craia

Falconara Marittima: accoltellamento in centro. Lega: incapacità nella gestione della sicurezza.


Comunicato integrale

Dopo aver troppe volte ascoltato nelle parole dell’amministrazione la favola della riqualificazione del centro storico e mentre il sindaco “svolazza” di palco in palco presenziando ed immortalando i propri eventi, a Falconara volano coltellate. Tutto ciò avviene non in una remota periferia, ma proprio nel centro storico che tanto si dice di voler riqualificare. Verso le 20 di sabato sera infatti, nella centralissima Piazza Mazzini e a pochi metri dall’evento Falcomics, una discussione è precipitata in un accoltellamento con conseguenze importanti per la vittima che ora versa in gravi condizioni all’ospedale di Torrette.
Situazione che purtroppo mostra chiaramente la totale incapacità nella gestione della sicurezza cittadina da parte del nostro sindaco e del suo entourage. Incapacità gestionale che sembra estendersi anche al principale cavallo di battaglia del nostro sindaco, ovvero l’organizzazione di eventi, che evidentemente vengono seguiti solo fino alla foto di rito ma poi abbandonati senza garantire il controllo e la sicurezza necessarie durante lo svolgimento. Da tempo chiediamo al sindaco di cambiare passo in tema di sicurezza cittadina, andando anche a risolvere le spinose ed inefficaci questioni dei doppi incarichi propri e dei propri dirigenti, che altro deve
succedere perché si affronti il problema in maniera seria?

Coordinamento Lega Salvini Premier
Falconara M.ma.

sabato 13 luglio 2019

“LA SINDACA HA MENTITO, ALTRO CHE FAKE NEWS”. GISMONDI DURO SUL CASO INQUINAMENTO DA GASOLIO.


Comunicato integrale

In molti ricorderanno l’articolo di stampa dello scorso aprile, mentre si entrava in campagna elettorale, in cui si dava notizia dell’indagine a carico del sindaco Ediana Mancini, per omissione di atti d’ufficio, riguardante l’inquinamento da idrocarburi della falda acquifera sotto via Di Battista.
E si ricorderà anche la frettolosa e decisa smentita data il giorno stesso dalla Mancini, affiancata dalla sua giunta, in cui si liquidava la questione come una “fake news”.
In campagna elettorale nè io, nè i miei sostenitori, abbiamo mai cavalcato tale vicenda, primo perchè non abbiamo mai fatto degli attacchi agli avversari uno strumento di azione politica, secondo perchè davamo per scontato che un sindaco, se assicura ai cittadini che “nulla le viene contestato”, dice la verità.
Ora scopriamo invece che la sindaca Ediana Mancini è indagata e lo sapeva. Quindi ha mentito alla città ed era consapevole di farlo. Ha definito fake news una notizia fondata, ha detto che era tutto falso, ha lasciato intendere addirittura che fosse una manovra per inquinare la campagna elettorale.
Il punto non è sapere se la Mancini abbia commesso un reato: non è la politica a doversi sostituire alla magistratura, che farà il suo corso. Può accadere che un amministratore pubblico venga sottoposto ad indagini e che spieghi e difenda il suo operato in tutte le sedi. Quello che è inaccettabile, ed offende tutti i montegranaresi, è che un sindaco menta alla sua città. Un gesto che fa ancora più rabbia, perchè compiuto da chi non ha mai perso occasione per proclamarsi campione di trasparenza ed onestà. La Mancini venga a riferire in Consiglio comunale dell’indagine che la riguarda, perchè tutta la popolazione ha diritto di conoscere come stanno le cose. Inoltre, spieghi anche per quale ragione il Comune non ha mai fatto nulla per sanare l’inquinamento della falda acquifera di via Di Battista.

Gastone Gismondi