sabato 15 dicembre 2018

Tutto pronto per il Presepe Vivente di Montegranaro. Si cresce e si pensa a un futuro senza Lucentini.


Cresce, il Presepe Vivente di Montegranaro. Oggi si è tenuta la consueta conferenza stampa di presentazione, alla quale non ho potuto partecipare ma, avendo avuto ampia relazione da parte del Presidente, Mauro Lucentini, è come se ci fossi stato.
È la sesta edizione, quella di quest’anno, un’edizione nel segno della continuità e della crescita. Non ci sono novità eclatanti, non ci sono intenzioni di record, si vuole solo migliorare quello che già è molto ma molto buono. Per farlo, arrivano importanti patrocini, tra confermati e nuovi, come quello dell’Arcidiocesi di Fermo che vedrà l’arcivescovo, Monsignor Pennacchio, ad aprire la seconda giornata, quella del 30. Poi ci sono il Senato della Repubblica, la Camera di Commercio, La Regione Marche e il Comune di Montegranaro, che quest’anno ha stanziato 1500 Euro di contributo. Arrivano anche 2000 Euro dalla Questura del Senato, un contributo economico e un sostegno morale importante, visto che viene attribuito a una sola associazione culturale per ogni provincia italiana.
Matera è la patria dell’arcivescovo di Fermo ma è anche la sede del più grande presepe vivente italiano. Matera è la Capitale Europea della Cultura per il 2019, e in quest’ottica si sta lavorando per gemellare i due presepi, una linea culturale che rafforza lo spirito religioso che muove l’iniziativa montegranarese e la valorizza ulteriormente.
Ma soprattutto è la presenza di 40 associazioni montegranaresi, quasi tutte quelle presenti in paese, grandi e piccole, ognuna che porta il proprio contributo alla realizzazione della manifestazione secondo le proprie forze, a dare immenso valore al Presepe Vivente di un paese da anni diviso su tutto, sempre più difficile da coordinare proprio a causa della massiccia presenza di associazioni culturali che sono sì una ricchezza ma che hanno sempre impedito la creazione di una Proloco cittadina. Un paese difficile, Montegranaro, dove la politica entra in ogni anfratto della società e cerca di prenderne possesso, specie negli ultimi anni, che solo la grande capacità organizzativa e il carisma di Mauro Lucentini sono riuscite a unire, superando steccati ideologici, interessi, orientamenti politici, tutti a lavorare in un’unica direzione.
È per questo che l’annuncio di voler lasciare la presidenza dell’Ente Presepe, da parte del suo fondatore, desta preoccupazione. La macchina del Presepe Vivente è una macchina complessa, che va guidata sapendo esattamente come funziona. Lucentini è, a mio modesto parere, l’unico al momento in grado di gestirla e garantirne il funzionamento, almeno nel panorama attuale. Le sue motivazioni per farsi da parte sono condivisibili: Lucentini ha responsabilità e impegni politici importanti, ed è pensabile che ne avrà di maggiori in futuro. Il suo timore è di non riuscire a gestire il tutto al meglio. Ma la sua capacità di organizzare e aggregare è cosa difficile da replicare. Vedremo, c’è tempo, non lascerà comunque prima dell’estate prossima.
Intanto godiamoci questo bel momento in cui Montegranaro, almeno una volta all’anno, si unisce e lavora al massimo delle sue capacità, offrendo un evento straordinario che deve perpetuarsi e diventare sempre più radicato nella comunità. Potremo camminare tra le luci delle fiaccole e le tante meravigliose scene fino alla Natività, sabato 29 e domenica 30 dicembre, a partire dalle 17.

Luca Craia

venerdì 14 dicembre 2018

Montegranaro. A Natale si anticipa il mercato settimanale. Attenti alla sosta.


Quest’anno sia Natale che Capodanno capiteranno di martedì, giorno tradizionalmente di mercato settimanale a Montegranaro. Per questo motivo il Comando di Polizia Municipale ha emesso un’apposita ordinanza per anticipare il mercato del martedì al lunedì, nei giorni del 24 e del 31 dicembre prossimi. Niente mercato il martedì ma si è ritenuto giustamente utile non far perdere due giornate agli ambulanti dando loro l’opportunità di esporre le merci il giorno prima.
È importante prenderne nota onde evitare di beccarsi qualche multa. Infatti col mercato si anticipano anche i divieti relativi, per cui fate attenzione a non lasciare le auto in sosta negli spazi a uso del mercato lunedì 24 e lunedì 31.

Luca Craia

Terremoto: un’osservazione estemporanea da lontano.


Avevo deciso di non parlare più di terremoto se non per commentare qualche scelta politica specifica, ma continuo silentemente a seguire le vicende di queste amate terre martoriate, e oggi due considerazioni le voglio fare, a mo’ di parentesi. Siamo nel pieno del terzo inverno da quando la terra ha tremato per la prima volta in quello che viene definito il sisma del 2016, ed è il terzo inverno di disagio e di sofferenza per i terremotati. Torno a parlarne per questo, perché è impossibile rimanere indifferenti a tanto dolore causato non dalla forza della natura, ma dagli uomini, uomini che, in molti casi, hanno un nome e un cognome, hanno un volto.
È nevicato sui monti e sta continuando a nevicare. Nevica sulle casette marce costate quanto ville di lusso, nevica sulle rovine di paesi che non rinasceranno mai più. Nevica su uomini stanchi, rassegnati, spenti. Una neve silenziosa come il dolore di questa gente abbandonata che non ha più forza per lottare, dopo aver cercato di muovere qualcosa per mesi e mesi e averlo fatto nel peggiore dei modi, spaccandosi, dividendosi, cercando ognuno di tirare l’acqua al proprio mulino per ritrovarsi ora oggetto di servizi giornalistici pietistici ma senza una denuncia reale della situazione, senza una reazione, con una politica sempre più lontana da questi luoghi che ormai sembrano avere un destino segnato.
Il progetto era chiaro fin dall’inizio e mi picco di essere stati tra i primissimi a denunciarlo: si voleva desertificare, si volevano svuotare queste terre, portarne via gli abitanti e farne una zona libera dove operare senza interferenze. Ci sono riusciti, ormai è chiaro. La gente se ne sta andando, e quella che non se ne è andata se ne andrà presto. I giovani per primi, magari portandosi via gli anziani, lasciando qualche caparbio che però, ormai, ha ben poco da combattere. Ci sono ancora i comitati, ci sono ancora i capipopolo ma non c’è più il popolo. Quando si poteva richiamare l’attenzione, quando c’era da protestare, si è preferito litigare, crearsi ognuno il proprio orticello, e ora al massimo possiamo fare convegni, incontri con Vip misericordiosi, ma in realtà le azioni sono finite, se mai ci sono state.
Questo territorio si spopolerà completamente in pochi anni, e ci sarà campo libero per gli speculatori, che potranno acquistare terreni a prezzi stracciati e potranno realizzare quello che vorranno perchè mancherà il controllo delle popolazioni. Il gioco era questo, e contava sulle divisioni, i campanilismi, i piccoli arrivisti della politicuccia locale, i tifosetti di questo o quel satrapo del campanile, gli opportunisti che si sono venduti anima e storia per un po’ di lavoro e di profitto, quelli in cerca di un palcoscenico e di una visibilità effimera. Lo sapevano, quelli che hanno approfittato del terremoto per portare avanti un disegno che già c’era, un disegno sempre più chiaro, evidente nelle politiche regionali e in quelle nazionali che, nonostante il cambio radicale di governo, non hanno cambiato quasi nulla della rotta indirizzata da Renzi e Gentiloni.
È un quadro sconfortante, che guardo ormai da lontano, con la lucidità dell’osservatore non coinvolto se non affettivamente. Francamente non sono in grado di suggerire alcuna soluzione, tanta è la frammentazione e la perdita di qualsiasi capacità propositiva nei terremotati. Credo che il punto di non ritorno sia stato superato e che ora non possiamo che assistere all’epilogo, che sarà quello programmato ma non quello che speravo.

Luca Craia