martedì 2 gennaio 2018

Name of the Band finalmente di Nuovo a Montegranaro. Domenica al Robin Pub, musica e atmosfera.



AGGIORNAMENTO: l'evento è annullato per motivi familiari.

icco di essere loro amico, con un paio di loro da tempi immemorabili. Mi picco di aver iniziato a suonare insieme a loro, quando ancora sapevamo si e no come tenere una chitarra o una bacchetta di batteria in mano. Mi scoccia un po’ ammettere che loro sono diventati molto più bravi di me e hanno trovato un eccellente ed eclettico chitarrista in Fernando Campofredano col quale hanno creato un progetto musicale interessante e di alto livello chiamato Name of the Band.
Un progetto di musica elegante, raffinata, che nasce dalla trasformazione di alcune hit pop e rock in qualcosa di diverso, di più ovattato, che sconfina nel jazz e nel blues. Una musica da atmosfera che ben si coniuga con una festa di matrimonio o una cena dal sapore particolare, forse magico. Ascoltarli è un piacere e un privilegio e una volta all’anno lo abbiamo anche a Montegranaro, città che ha dato ai natali a due su tre dei musicisti del gruppo, Mauro Cappelletti, splendido batterista, e Uliano Damen, voce graffiante e suadente e basso. Suoneranno al Robin Pub domenica prossima, il 7 gennaio, all’ora di cena. La cucina del locale è ottima e con la musica dei Name of the Band risulterà molto più gustosa. Da non perdere.

Luca Craia

Casapound e la ghiotta occasione del terremoto per farsi propaganda.



Per certi individui il terremoto è stato un’occasione ghiottissima per farsi propaganda, per crearsi una visibilità, per darsi una nuova immagine di redentori e difensori dei più deboli. Tra i tanti politici più o meno noti che si sono gettati a pesce tra le macerie, facendosi opportunamente seguire da fotografi e cameramen, per dimostrare la loro pelosissima solidarietà ai terremotati, è suggestivo il caso del movimento neofascista Casapound.
Sì, proprio quelli della tartaruga, quelli che hanno imbrattato muri con le bombolette, impecettato di adesivi segnali stradali, colorato con simpatiche polverine fontane e beni pubblici, proprio questi allegri ragazzotti che passeggiano al passo dell’oca hanno fatto un sacco di solidarietà ai terremotati, portando panettoni, giocattoli e coperte. Tutto molto positivo, per carità, e anche molto intelligente.
Perché, vedete, oltre a imbrattare, colorare e impecettare, i nostri giovani fascisti del nuovo millennio si presentano anche alle elezioni. E questa solidarietà, fatta sempre a favore di obiettivo con scritte e tartarughe molto ben visibili, sarà pure un bel gesto apprezzato da chi ha bisogno, ma rimane sempre una solidarietà pelosa. E a me, francamente, non fa venire il vomito meno dei vari onorevoli e senatori in lacrime da cipolla o dei vari tagliatori di nastro compulsivi, tutti sempre con fotografo al seguito.

Luca Craia

Svelato il mistero del portone del municipio aperto. Ma Montegranaro è un paese fantasma.



Svelato il mistero del portone del Municipio di Montegranaro che ho trovato aperto ieri sera dopo le 20.00: a spiegarci come è andata è stato lo stesso Mauro Lucentini, Presidente dell’Ente Presepe, che si è assunto la responsabilità del fatto. Il portone era stato lasciato aperto per consentire ai figuranti del presepe di utilizzare i bagni. Doveva essere chiuso dall’organizzazione che, però, tra le tante cose da fare nel risistemare il centro storico di Montegranaro a presepio finito, lo ha dimenticato, così come ha dimenticato di riaccendere le luminarie di Natale. Può capitare di dimenticarsi, quando si ha tanto da fare.
Quello che mi lascia però perplesso è il fatto che, se Lucentini e i suoi si sono scordati di chiudere il portone, questo è avvenuto nella giornata del 31, quando hanno risistemato il paese. Ricordiamo che, nel pomeriggio dell’ultimo dell’anno, il Presepe era completamente smantellato e il centro storico era già tornato alla normalità. Questo vuol dire che, a parte l’Ente Presepe che non ha chiuso il portone, fino alla sera del giorno dopo nessuno si è accorto né della porta aperta né delle luminarie spente. Eppure parliamo della piazza del paese e di un portone che si apre proprio di fronte all’ufficio della Polizia Municipale. Inoltre il portone era visibilmente aperto, e lo si notava anche da lontano. Possibile che in oltre ventiquattrore nessuno si sia accorto di nulla prima che io dessi l’allarme?
È un brutto segnale, a ben pensarci, e testimonia il fatto che Montegranaro, a parte in occasioni sporadiche come il Presepe Vivente, è un paese fantasma dove la gente non gira, non circola, non vive. Del resto basta farsi un giro nei giorni di festa per rendersi conto del fatto che parliamo di una città deserta, in balia di se stessa, dove potrebbe accadere di tutto senza che nessuno se ne accorga. E questo, francamente, mi pare molto preoccupante.

Luca Craia