venerdì 4 agosto 2017

Mi vergogno. Aggiustiamo il comune con 500.000 Euro, anzi no, con 2.470.000. Ora paga lo Stato (e i terremotati).



Si disse sorpresa, la Sindachessa di Montegranaro, che alcuni suoi concittadini non avessero apprezzato il fatto che, proprio a Montegranaro, venissero assegnati 2.470.000 Euro di soldi utilizzabili per la ricostruzione post terremoto. Ebbene, io sono uno di quei cittadini, e sono un cittadino che si vergogna.
Mi vergogno perché quei soldi potevano essere utilizzati in luoghi in cui i problemi sono immensamente più grandi, dove è crollato tutto, dove non c’è più un palazzo comunale e nemmeno le case, dove mancano i servizi essenziali. Invece, per chissà quali meccanismi politici, arrivano a Montegranaro per riparare il municipio.
Il municipio era stato lesionato dal sisma del 1997, aveva ricevuto fondi per il suo ripristino ma questo ripristino non è mai avvenuto. Certo, l’ultimo terremoto ha peggiorato la situazione, ma soltanto perché non si era fatto nulla prima. In ogni caso l’Amministrazione Mancini aveva già programmato, nel proprio piano delle opere pubbliche, di intervenire sul palazzo comunale.
Però l’intervento costava circa 500.000 Euro. Ora, con i soldi dei terremotati, possiamo spenderne addirittura cinque volte tanto. Il problema sarà capire come, ma credo che non sarà difficile per i nostri amministratori trovare un modo per fare fuori 2.470.000 Euro fino all’ultimo centesimo. 
Ebbene, io dovrei essere contento, perchè lotto da una vita per il recupero del municipio e del teatro Novelli che giace abbandonato e semidistrutto al suo interno. Invece di questo mi vergogno e chiedo scusa ai terremotati veri. Va a capire perchè.

Luca Craia

giovedì 3 agosto 2017

Casini: nuova versione. Non più aggressione verbale ma minacce. Chi avrà ragione? Casini 1 o Casini 2?



A volte basterebbe l’umiltà di chiedere scusa, anche se, in questo caso, servirebbe solo magari a calmare la delusione e la rabbia che deriva dalla visione di un’arroganza di altri tempi da parte di una persona potente, certo non a mitigare l’amarezza di un anno di nulla politico. Invece la Vicepresidente della Regione Marche, Anna Casini, protagonista di un brutto episodio in cui la stessa ha apostrofato col termine “gentaglia” due rappresentanti dei terremotati. La storia è nota e ne ho già scritto (leggi articolo).
Poi è giunta la versione della signora Casini rilasciata sulla pagina Facebook di Genziana Project (leggi articolo) in cui la Vicepresidente accusava le due signore di Arquata (una, in verità, lo è solo di origine) di averla aggredita verbalmente. Ora, non paga, Anna Casini rilascia una nuova versione, questa volta sul proprio profilo Facebook. Eccola:

Mi trovo a dovermi difendere da un'accusa che mi rappresenta come una politica lontana dalla realtà e soprattutto supponente nei confronti dei terremotati, di cui invece ben conosco il disagio e di cui posso capire la frustrazione. Mentre ero in Consiglio Regionale sono stata chiamata da un collega consigliere che mi ha chiesto di uscire a salutare due sue ospiti di Arquata. Sono uscita con piacere contenta anche di aver approvato una norma che semplificherà le procedure urbanistiche, norma scritta in base alle esigenze dei cittadini, dei sindaci e dei tecnici. Appena arrivata mi è stato detto che le signore lamentavano il mancato coinvolgimento nella stesura della norma e quando mi sono avvicinata le signore mi hanno verbalmente aggredita con battute ingenerose e ironiche soprattutto quando ho chiesto loro se fossero residenti ad Arquata. Sentendomi minacciata, peraltro in un luogo istituzionale, ho chiesto che le signore venissero allontanate.
Ho vissuto direttamente il terremoto ad Accumuli il 24 agosto e dal 24 agosto ho sentito il dovere non solo
Istituzionale di lavorare ogni giorno inclusi sabato e domenica per le zone terremotate e se molte risorse sono state ottenute è anche per merito della mia tenacia. Sono stata ad Arquata il 24 agosto all'alba e ci sono rimasta per settimane, ci sono stata (può confermarlo Angelo Lavia) con la Salaria chiusa e con due metri di neve, ci sono stata alla consegna dei lavori delle platee di Pescara con i vigili del fuoco che spalavano la neve e ho seguito i lavori per aprire la slavina che aveva bloccato diverse persone a Colle, ero domenica pomeriggio a Spelonga a controllare i lavori delle sae. Convinta dell'importanza di una critica costruttiva nei confronti dell'operato delle istituzioni, credo tuttavia che sia lecito difendersi quando si diventa bersaglio di insulti ingiustificati.

Quindi non c’è più l’aggressione ma una richiesta di incontro. Non è mai esistito l’episodio nel corso del Consiglio Regionale, che sarebbe politicamente gravissimo e, non essendovi alcuna smentita, dobbiamo comunque prendere per veritiero il fatto dell’insulto alle due signore di Arquata, chiamate “gentaglia”. In ogni caso, questo seconda versione non giustifica in alcun modo l’allontanamento delle due da parte della Casini, anzi, mostra inequivocabilmente un forte nervosismo unito alla succitata arroganza. Dalla seconda versione, infatti, non traspare alcun motivo per motivare la richiesta di allontanamento delle due donne e la presunzione di minaccia appare pretestuosa e preoccupante.
La versione delle due donne, invece, rimane invariata e quindi faccio fatica a prendere sul serio le due storie diverse raccontate dalla Vicepresidente. Speriamo non venga fuori una terza versione ancora, al che dovremmo davvero preoccuparci. Fatto sta che, gira gira, la questione si fa sempre più grottesca. Penso ad altri tempi e ad altri politici, quelli di una volta che non sarebbero mai scesi a questi livelli ma che, se proprio avessero perso per un secondo più che la calma, la ragione, avrebbero comunque cercato di mitigare, mediare, trovare un punto di contatto e non di scontro.
La Casini dovrebbe chiedere scusa, comunque siano andate le cose, perché un appellativo come quello usato e mai smentito è gravissimo, come è gravissimo non ascoltare le ragioni dei cittadini, specie se, come nella seconda versione si dichiara, si è andati appositamente a cercarli per questo. Che i cittadini siano esasperati è logico e non c’è da aspettarsi nulla di diverso. Farli sbattere fuori dai luoghi istituzionali, senza una ragione plausibile, è decisamente anacronistico e richiama tempi in cui chi governava non era stato mai eletto, né con 75 né con 7500 preferenze. Oggi, grazie a Dio, ancora un po’ di democrazia c’è e certi politici meglio farebbero a occuparsi d’altro. Credo fermamente nella assoluta necessità che Anna Casini rassegni le proprie dimissioni, anche per rispetto a se stessa.


Luca Craia



Scontro il Regione tra Vicepresidente e terremotati: la versione della Casini




Per completezza di informazione, per quanto non mi competa, fornisco la versione dei fatti della Vicepresidente della Regione Marche, Anna Casini, in riferimento a quanto narrato nell’articolo precedente che potete LEGGERE QUI . La versione della Casini, pubblicata da Genziana Project, è la seguente:

La presa di posizione la prendo qui. Io non ho avvicinato nessuno ma sono state le due signore che sono venute all'ingresso del consiglio regionale dive insieme a me erano anche un messo, due guardie giurate e un dipendente della Regione, che potranno testimoniare. Pensavo si volessero congratulare perché avevamo appena approvato, su mia proposta una legge di snellimento urbanistico condivisa nel merito in numerose riunioni con sindaci tecnici e comitati e utilissima per risolvere il problema dei piccoli abusi e delle aree per mettere camper e roulotte, invece sono stata aggredita. Mi dispiace ma la versione raccontata manca di un passaggio l’aggressione verbale davanti all'aula consiliare a me che ero uscita per salutare. Sul mio profilo tutti possono leggere il mio impegno per la gente terremotata e le risorse che ho ottenuto per il cratere e penso anche che chi legge sappia valutare sia me che le due signore che non mi risulta siano esperte di urbanistica.

A mio modesto parere, che ci sia stata o no questa “aggressione verbale”, tra l’altro spiegabilissima con l’esasperazione in cui la stessa politica regionale ha gettato le popolazioni colpite dal terremoto, poco cambia riguardo il comportamento irrispettoso e antidemocratico della Vicepresidente Casini che, prima in aula, chiamando in causa chi non può intervenire, e poi fuori, con epiteti che poco si accompagnano al suo ruolo istituzionale, ha avuto un contegno assolutamente censurabile.

Luca Craia