A volte basterebbe l’umiltà di chiedere scusa, anche se, in questo
caso, servirebbe solo magari a calmare la delusione e la rabbia che deriva
dalla visione di un’arroganza di altri tempi da parte di una persona potente,
certo non a mitigare l’amarezza di un anno di nulla politico. Invece la
Vicepresidente della Regione Marche, Anna Casini, protagonista di un brutto
episodio in cui la stessa ha apostrofato col termine “gentaglia” due
rappresentanti dei terremotati. La storia è nota e ne ho già scritto (leggi articolo).
Poi è giunta la versione della signora Casini rilasciata sulla pagina
Facebook di Genziana Project (leggi articolo)
in cui la Vicepresidente accusava le due signore di Arquata (una, in verità, lo
è solo di origine) di averla aggredita verbalmente. Ora, non paga, Anna Casini
rilascia una nuova versione, questa volta sul proprio profilo Facebook. Eccola:
Mi trovo a dovermi difendere da un'accusa che mi
rappresenta come una politica lontana dalla realtà e soprattutto supponente nei
confronti dei terremotati, di cui invece ben conosco il disagio e di cui posso
capire la frustrazione. Mentre ero in Consiglio Regionale sono stata chiamata
da un collega consigliere che mi ha chiesto di uscire a salutare due sue ospiti
di Arquata. Sono uscita con piacere contenta anche di aver approvato una norma
che semplificherà le procedure urbanistiche, norma scritta in base alle
esigenze dei cittadini, dei sindaci e dei tecnici. Appena arrivata mi è stato
detto che le signore lamentavano il mancato coinvolgimento nella stesura della
norma e quando mi sono avvicinata le signore mi hanno verbalmente aggredita con
battute ingenerose e ironiche soprattutto quando ho chiesto loro se fossero
residenti ad Arquata. Sentendomi minacciata, peraltro in un luogo
istituzionale, ho chiesto che le signore venissero allontanate.
Ho vissuto direttamente il terremoto ad Accumuli il 24
agosto e dal 24 agosto ho sentito il dovere non solo
Istituzionale di lavorare ogni giorno inclusi sabato e domenica per le zone terremotate e se molte risorse sono state ottenute è anche per merito della mia tenacia. Sono stata ad Arquata il 24 agosto all'alba e ci sono rimasta per settimane, ci sono stata (può confermarlo Angelo Lavia) con la Salaria chiusa e con due metri di neve, ci sono stata alla consegna dei lavori delle platee di Pescara con i vigili del fuoco che spalavano la neve e ho seguito i lavori per aprire la slavina che aveva bloccato diverse persone a Colle, ero domenica pomeriggio a Spelonga a controllare i lavori delle sae. Convinta dell'importanza di una critica costruttiva nei confronti dell'operato delle istituzioni, credo tuttavia che sia lecito difendersi quando si diventa bersaglio di insulti ingiustificati.
Istituzionale di lavorare ogni giorno inclusi sabato e domenica per le zone terremotate e se molte risorse sono state ottenute è anche per merito della mia tenacia. Sono stata ad Arquata il 24 agosto all'alba e ci sono rimasta per settimane, ci sono stata (può confermarlo Angelo Lavia) con la Salaria chiusa e con due metri di neve, ci sono stata alla consegna dei lavori delle platee di Pescara con i vigili del fuoco che spalavano la neve e ho seguito i lavori per aprire la slavina che aveva bloccato diverse persone a Colle, ero domenica pomeriggio a Spelonga a controllare i lavori delle sae. Convinta dell'importanza di una critica costruttiva nei confronti dell'operato delle istituzioni, credo tuttavia che sia lecito difendersi quando si diventa bersaglio di insulti ingiustificati.
Quindi non c’è
più l’aggressione ma una richiesta di incontro. Non è mai esistito l’episodio
nel corso del Consiglio Regionale, che sarebbe politicamente gravissimo e, non
essendovi alcuna smentita, dobbiamo comunque prendere per veritiero il fatto
dell’insulto alle due signore di Arquata, chiamate “gentaglia”. In ogni caso,
questo seconda versione non giustifica in alcun modo l’allontanamento delle due
da parte della Casini, anzi, mostra inequivocabilmente un forte nervosismo
unito alla succitata arroganza. Dalla seconda versione, infatti, non traspare
alcun motivo per motivare la richiesta di allontanamento delle due donne e la
presunzione di minaccia appare pretestuosa e preoccupante.
La versione
delle due donne, invece, rimane invariata e quindi faccio fatica a prendere sul
serio le due storie diverse raccontate dalla Vicepresidente. Speriamo non venga
fuori una terza versione ancora, al che dovremmo davvero preoccuparci. Fatto
sta che, gira gira, la questione si fa sempre più grottesca. Penso ad altri
tempi e ad altri politici, quelli di una volta che non sarebbero mai scesi a
questi livelli ma che, se proprio avessero perso per un secondo più che la
calma, la ragione, avrebbero comunque cercato di mitigare, mediare, trovare un
punto di contatto e non di scontro.
La Casini
dovrebbe chiedere scusa, comunque siano andate le cose, perché un appellativo
come quello usato e mai smentito è gravissimo, come è gravissimo non ascoltare
le ragioni dei cittadini, specie se, come nella seconda versione si dichiara,
si è andati appositamente a cercarli per questo. Che i cittadini siano
esasperati è logico e non c’è da aspettarsi nulla di diverso. Farli sbattere
fuori dai luoghi istituzionali, senza una ragione plausibile, è decisamente
anacronistico e richiama tempi in cui chi governava non era stato mai eletto, né
con 75 né con 7500 preferenze. Oggi, grazie a Dio, ancora un po’ di democrazia
c’è e certi politici meglio farebbero a occuparsi d’altro. Credo fermamente
nella assoluta necessità che Anna Casini rassegni le proprie dimissioni, anche
per rispetto a se stessa.
Luca Craia
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