venerdì 30 giugno 2017

Regione Marte: i soldi degli SMS solidali per una pista ciclabile. Le SAE non si sa quando arrivano.




Mercoledì 28 giugno, i rappresentanti dei Comitati dei Terremotati hanno incontrato i vertici della Regione Marche, come avviene periodicamente ormai da qualche mese, per fare il punto della situazione, e dall’incontro sono scaturite informazione tutt’altro che rassicuranti. Partiamo dai tempi di installazione delle SAE, le famose casette che tanto sarebbero state utili (diciamo indispensabili) lo scorso inverno e che oggi, in piena estate, ancora non si vedono. La situazione pare essere molto ingarbugliata, ci sono ritardi nettissimi, a volte dovuti a problematiche insite nel territorio stesso ma che potevano essere risolte se ci si fosse mossi prima. In ogni caso i lavori procedono, anche se lentamente, e quello che è più rilevante è che la Regione non è in grado di assicurare la consegna delle casette in tempo per l’apertura delle scuole.
Per quanto riguarda le macerie, pare ci sia stato un piccolo errore nella stima della quantità del materiale da raccogliere, che era stato valutato sulle 500.000 tonnellate mentre pare che ora siano diventate più del doppio, ossia 1.100.000 tonnellate. Questo per dire quanto si abbiano le idee chiare. Alla rimostranza dei Comitati circa la campagna di informazione in materia, che lascerebbe intendere che si stia lavorando ventiquattr’ore su ventiquattro per la rimozione delle macerie, la risposta è stata, speriamo, ironica (ma non credo): si intende che si lavora 24 ore al giorno sui siti di stivaggio, mica sul territorio. Pignolerie.
I rappresentanti dei terremotati hanno anche insistito sull’evidente doppia velocità con cui si stanno sostenendo le imprese del settore turistico, con un maggiore impegno per le aziende costiere a discapito di quelle delle zone terremotate. Il bando per i tirocini sta portando buoni risultati ma non basta, bisogna studiare misure per aiutare le aziende del settore che già erano in sofferenza prima del sisma, in modo da dimostrare la reale volontà di non desertificare la zona. Per questo verranno convocati degli incontri periodici tra Regione e Comitati. L’assessore Sciapichetti ha affermato che il rilancio socio-economico è basilare, finalmente, per cui c’è da sperare, aspettando comunque la prova dei fatti, che si inizi a lavorare in questo senso. Vedremo.
Nulla di definito nel campo della viabilità, con il nodo della Valnerina ancora da sciogliere, mancando dati oggettivi. L’ANAS sta lavorando ma ancora non si sanno i tempi per terminare i lavori.
Sulla questione degli SMS solidali si è arrivati al paradosso. Dei 31.000.000 di Euro raccolti, il 60% andrà alla Regione Marche. Da qui la domanda, come si dice, è sorta spontanea: come verranno investiti? Sembra che la Regione li voglia impiegare per finanziare progetti finalizzati al turismo e alla creazione di infrastrutture. Un intento condivisibile ma vago, tanto che i Comitati hanno chiesto con forza di essere più precisi, al che la risposta degna di un film comico, o dell’orrore: si potrebbe fare una pista ciclabile da Civitanova Marche a Sarnano. Io, a questa affermazione, preferisco non commentare.


Luca Craia

giovedì 29 giugno 2017

Il grande denigratore


È vero, lo confesso, il mio intento è denigrare Montegranaro. L’ho sempre fatto, fin da quando, da ragazzino, facevo la radio, gratis, come tutti i volontari che facevano Radio Veregra in quel periodo, e lo facevo non solo perché mi divertivo ma anche perché, così facendo, riuscivo a denigrare Montegranaro. Denigravo Montegranaro quando facevo politica ed ero il segretario politico cittadino del mio partito più giovane d’Italia e scrivevo su La Voce Repubblicana per denigrare Montegranaro. Anche quando fondavo la mia prima associazione, insieme a Dino Pesci, il circolo culturale “Giovanni Conti”, denigravo Montegranaro.  Il mio solo scopo è sempre stato denigrare Montegranaro.
Ho denigrato fortemente e insistentemente Montegranaro quando fondavo Città Vecchia, e poi quando fondavo Arkeo. Denigravo Montegranaro quando portavo centinaia di turisti a visitare cose che nessuno promuoveva. Denigravo Montegranaro quando ne studiavo la storia, quando mi infilavo sottoterra con quei matti del Cai, a volte rischiando anche qualcosa come la vita, per capire le radici di questo paese che intendo denigrare.
Denigravo Montegranaro quando spendevo soldi per promuoverlo, quando impegnavo tutto il mio tempo libero per incontrare gente di mezzo mondo allo scopo di inserire Montegranaro nei grandi circuiti del turismo culturale e far arrivare turisti, quando organizzavo convegni, mostre, concerti. Denigravo Montegranaro quando facevo notte tarda per realizzare queste cose. Denigravo Montegranaro quando facevo le capriole per dare un nuovo impianto di illuminazione a Sant’Ugo, o per restaurarne il Crocifisso, o per sistemare il Sacello. Denigravo Montegranaro quando mi giravo a piedi porta a porta il centro storico per parlare con i residenti, raccogliere le firme per le tante petizioni, ascoltarne le istanze.
Denigravo Montegranaro quando fondavo L’Abbraccio insieme a Gaetano Di Rosa, o quando fondavo la Banda Musicale Omero Ruggieri.
Denigro quotidianamente Montegranaro quando scrivo. Ebbene sì, lo confesso: a me Montegranaro, così com’è non piace. E non è che scrivo per stimolare chi può fare qualcosa per migliorarla a farlo, scrivo per denigrarla. Mi prendo carrettate di insulti da politici e bimbimichia perché anche questo serve a denigrare Montegranaro. Che ci volete fare? È la mia missione: uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo.

Luca Craia

Governo in testa coda: l’immigrazione è un problema. Fulminati sulla via di Damasco?

Le rese di coscienza, ancorché tardive, vanno accolte con gaudio e letizia. Così mi allieto nell’apprendere dell’improvviso cambio di rotta del Governo, che fino a ieri ragionava di ius soli e catechizzava l’universo conosciuto col concetto di accoglienza come necessità imprescindibile, e oggi alza la voce con l’Europa denunciando il fatto che, udite udite, abbiamo un grosso problema con l’immigrazione. Il cerume alle orecchie deve essersi sciolto con il caldo e improvvisamente si è udito il grido del Popolo Italiano che dice questa cosa da anni inascoltato; oppure deve esserci stata una sorta di illuminazione, una fulminazione sulla via di Damasco. L’importante è che ci si sia arrivati. Meglio tardi che mai.
Ma poi, alla fine, come ci saranno arrivati? Sarà un caso che, domenica scorsa, ci siano stati i ballottaggi delle amministrative e il PD abbia preso una batosta di quelle che te le ricordi finchè campi? Sarà un caso che ha vinto quella destra che, sarà pure becera e troglodita, come qualcuno del PD ama definirla (e certe volte ha pure ragione), ma in questo momento interpreta meglio, anzi, è l’unica che interpreta la reale situazione del Paese in termini di immigrazione?
Comunque prendiamo atto di due cose: la prima è che il PD finalmente capisce, qualsiasi sia il motivo di questa illuminazione, che con l’immigrazione gestita in questo modo ci stiamo massacrando e che le politiche fin qui seguite hanno fatto un disastro, anche se non lo ammetteranno mai. La seconda è che il Pd abbandona le ideologie di sinistra. Lo aveva già fatto per quelle buone, quelle che tutelavano le classi deboli e i lavoratori;; ora lascia anche quelle stupide. Un vantaggio c’è, non so quanto per loro.

Luca Craia