lunedì 30 gennaio 2017

L’eco assordante della Valnerina va da Ancona a Roma



Risuona assordante l’eco dell’ultimo chiacchiericcio sterile di un rappresentante dello Stato, del più importante rappresentante dello Stato, il suo capo, il Presidente della Repubblica, il primo degli Italiani che oggi era a Camerino a prendersi la sua dose di inquadrature e applausi artefatt i, senza dialogo, senza incontrare la gente e la sua rappresentanza. La sentite, l’eco? Rimbalza da una parete all’altra delle gole della Valnerina, è talmente forte da coprire il rumore dell’acqua che scorre sull’asfalto al posto delle macchine.
Fa rumore, la voce di Mattarella, e si unisce alle tante promesse vane che continuano a rincorrersi tra gli speroni di roccia, bagnando le parole dell’acqua gelida del Nera per poi risollevarsi e volare da Ancona a Roma, sopra le nostre teste. E bisogna prestarci attenzione, a questa eco, a queste voci vergognose, perché non ce le vogliono far sentire. Ci vogliono solo far vedere uno Stato che finta di esserci ma è altrove, che viene sulle nostre montagne e si porta le telecamere ma non parla coi nostri Sindaci, non parla con chi sta vivendo un dramma immenso, incommensurabile.
Rotolano lungo le montagne ai lati della strada che da Visso va a Terni, che portava il sangue a questa terra, il nutrimento, che la faceva respirare. Rotolano le promesse, le bugie, la necessità di effettuare “studi seri prima di poter mettere mano alla strada e riaprirla”, studi che non sono neanche partiti. Ed è l che vedi quanta organizzazione c’è, quanto reale interesse c’è a risolvere il problema. Perché, caro Presidente della Repubblica che parli da solo, caro Presidente della Regione che stai ad Ancona, caro assessore alla Protezione Civile che sei venuto tante volte ma non hai fatto nulla di concreto, se non si riapre la Valnerina, è inutile anche ragionare sulla ricostruzione. Se non c’è collegamento, transito, per una terra che campa di collegamenti e transito, diventa tutto un esercizio retorico.
E allora fermiamoci e ascoltiamo l’eco delle gole della Valnerina. Fateci attenzione, si distingue bene quello che dice. E dice: “bugie, bugie, bugie…”
                                      
Luca Craia

La sicurezza nella testa delle istituzioni. Per le strade no.



Ci parlano di diminuzione dei reati, di misure di prevenzione efficaci, di sicurezza che cresce. Ma non è questo quello che vediamo, che percepiamo, che viviamo direttamente. Le nostre città, i nostri paesi, dove fino a poco tempo fa si lasciavano le chiavi sulla porta e le macchine aperte col portafoglio sul cruscotto, oggi sono diventate luoghi insicuri, persino stare in casa non è più tranquillizzante. Ci dicono che è una percezione, ma non è come il caldo d’estate e la differenza tra temperatura reale e percepita: qui la sicurezza manca ed è realtà.
Rapine, sparatorie, furti in casa e d’auto, taglieggiamenti, bullismo. La gente è inquieta, non è più tranquilla. E questo si ripercuote nel vivere quotidiano, nei nostri rapporti interpersonali, nella diffidenza che si fa sempre più marcata nei confronti degli stranieri, troppo spesso autori di gesti criminali. E la richiesta di sicurezza non viene ascoltata. I criminali vengono catturati dalle nostre forze dell’ordine ma tornano velocemente in libertà, a delinquere. E i rimedi sfiorano il ridicolo, come le telecamere che puoi guardare solo a crimine commesso.
Che questi rimedi siano inefficaci lo dicono i fatti, lo dice la curva del senso di insicurezza dei cittadini, una curva che cresce sempre di più e a ragione. E finchè chi ha responsabilità si trincererà dietro ad alibi fittizi e, per di più, costosi, la situazione è destinata solo a peggiorare.
                                      
Luca Craia

Terremoto: arriva Mattarella a Camerino ma parla solo lui



La notizia l’ha appena pubblicata Picchio News, l’unico notiziario marchigiano che non ha paura di dire esattamente come stanno le cose. È una notizia che conferma la sensazione che in molti abbiamo, ossia che il terremoto nel centro Italia serva più che altro da passarella per politici e istituzioni, mentre la reale volontà di comprendere le esigenze del territorio in questi momenti drammatici latita a tutti i livelli. Anche al livello più alto, quello del Presidente della Repubblica, si registra una sostanziale indifferenza e, se vogliamo, una mancanza di rispetto per le istituzioni locali che operano sul territorio in prima battuta.
Il caso è questo: arriva Mattarella a Camerino per incontrare i Sindaci dei paesi colpiti dal sisma. Ma il protocollo non dà la possibilità ai primi cittadini di parlare. L’unico autorizzato sarà un rappresentante che parlerà a nome dell’ANCI. La domanda, come diceva qualcuno, sorge spontanea: se il Presidente della Repubblica non viene per ascoltare quello che hanno da dire i Sindaci marchigiani, quei sindaci che combattono quotidianamente con i tanti problemi legati a terremoto e maltempo e che sono gli unici a poter dare al Prescindete un quadro esaustivo della situazione, che ci viene a fare a Camerino?
Saltamartini, Sindaco di Cingoli dal carattere piuttosto focoso, ha girato i tacchi e se ne è andato. Speriamo che gli altri Sindaci trovino il modo di far capire al Capo dello Stato che così non va, non ci siamo proprio.
                                      
Luca Craia