mercoledì 24 agosto 2016

Terremoto: la situazione a Montegranaro. I ruderi reggono. Gli amministratori dormono.



Il centro storico di Montegranaro sembra aver retto bene al terribile sisma della scorsa notte. Ricordiamo che ci sono diversi stabili pericolanti che potenzialmente rappresentano un serio pericolo in casi come questo. Evidentemente le operazioni di messa in sicurezza a seguito delle ordinanze emesse prima dal Sindaco Gianni Basso e successivamente da Gastone Gismondi hanno quantomeno scongiurato pericoli di crolli. Spezzando una lancia a mio favore vorrei rimarcare che il rispetto delle ordinanze è stato ottenuto anche e soprattutto perché ci sono determinati rompiscatole che, non avendo nulla di meglio da fare, come dice qualcuno, tengono d’occhio la situazione e pungolano le amministrazioni comunali perché agiscano in settori come il centro storico di cui, come è stato ampliamente provato, altrimenti non importerebbe nulla a nessuno.
Quindi non è accaduto nulla di grave stanotte: qualche mattone si è staccato, qualche condotto pluviale sganciato ma nulla di serio. Ho ispezionato anche la chiesa di Sant’Ugo e risulta in ordine. Un uomo ha dovuto ricorrere alle cure dei sanitari per un malore dovuto allo spavento, ma anche qui nulla di grave. 
In tutto questo va registrata l’assenza dell’Amministrazione Comunale, in primis del Sindaco che, in questi casi di emergenza, assume la piena responsabilità non solo politica ma anche legale del coordinamento delle eventuali azioni di soccorso. Si sa per certo che, fino a molto più tardi di quando è avvenuta la prima scossa e mentre, ad esempio, il sindaco di Fermo Calcinaro era operativo fin dalle 4 e diramava numeri utili tramite social, al C.O.C., che ha sede presso la Protezione Civile, dei nostri amministratori non c’era l’ombra né si sono affacciati sui social per dialogare coi cittadini. Ancora una volta, bella presenza.

Luca Craia

martedì 23 agosto 2016

Il ritorno della Pro Loco fantasma.



I funerali della Pro Loco sono stati celebrati da tempo. A ufficiarli è stata la Sindachessa stessa quando cercò in tutti i modi di creare un coordinamento delle associazioni di Montegranaro e subendo una delle peggiori sconfitte politiche della sua fin qui breve carriera di Primo Cittadino, con le associazioni che risposero picche in massa, lasciando a “coordinarsi” le solite tre/quattro organizzazioni tirapiedi. Però l’impeto col quale Sindaco e Amministrazione Comunale spinsero allora per la creazione di questo organismo inutile (se non per porre quel controllo sul mondo associazionistico che tanto sta a cuore ai Democratici) sanciva di fatto la fine definitiva della Pro Loco targata Iacopo Gentili. Una fine prematura, però, perché la naturale scadenza della superassociazione era ancora lunga da venire.
Ora però la scadenza del mandato del Direttivo “Gentili” sta arrivando. Cadrà, infatti, il prossimo ottobre. E già si registrano i primi movimenti, i primi rumori di guerra. Truppe cammellate (ora si dice così, mi pare) stanno già scendendo in campo e si profila la creazione di un nuovo direttivo che prenda le redini del precedente, prematuramente scomparso. Si tratta, con ogni evidenza, dell’ennesimo tentativo dell’Amministrazione Mancini di mettere le mani sulle associazioni. L’evidenza è data dal fatto che a Montegranaro non esiste più alcuna esigenza di una Pro Loco, se non per una sorta di coordinamento privo di qualsiasi potere decisionale ma a totale servizio di eventuali bisogni dei vari sodalizi. Può servire, ma se ne può fare a meno. Specie dopo la creazione dell’Ente Presepe che, di fatto, raccoglie la stragrande maggioranza delle associazioni stesse diventando esso stesso una sorta di punto di raccordo.
Cosa vogliono fare il Sindaco, l’assessore al turismo che non c’è e alla cultura della sagra della sarciccia Beverati, l’assessore al tutto e niente Basso e l’assessore al derete me mure Perugini? Lo abbiamo detto, prendere il controllo delle associazioni. Come? Non ne ho idea, anche perché le associazioni sono tante, spesso in contrasto tra loro, ma quando tocchi la loro autonomia mordono. Quindi come si muoveranno? Non lo sappiamo. Ma ho paura che lo scopriremo presto. E penso che ci sarà da divertirsi.

Luca Craia

Bisce in centro storico. Montegranaro sempre più giungla. Tarzan: “basta, me ne vado, troppe bestie”.



Ai ratti non ci si abitua mai, ma si fa l’abitudine all’idea che ci siano. Vedere un grosso gatto che scappa di fronte a un ratto non è un bello spettacolo, ma quando il paese comincia a somigliare a una giungla, la cosa non fa poi tanta impressione. Si narra di toponi grassi che giocano a nascondino vicino alle scuole rosse, il che non sarebbe una cosa molto edificante ma, tant’è.
La folta vegetazione cresciuta spontaneamente e di buon grado, visto che nessuno la tagliava, fino a poche settime fa ha sicuramente aiutato il diffondersi di animali non propriamente domestici. La disinfestazione effettuata a sine luglio ha lasciato proliferare gli insetti, anch’essi favoriti dalla lussureggiante flora autoctona. In zone leggermente più periferiche qualcuno sospetta l’esistenza di qualche coccodrillo nascosto tra l’erba palustre, qualcun altro riferisce di aver sentito ruggiti preoccupanti. Ma come ci siano arrivate le bisce in centro storico rimane un mistero.
Capiamoci: se parlassimo, che so, di Villa Luciani, non dico che sarebbe normale ma nemmeno così fantascientifico, visto che il quartiere confina con aree extraurbane. Ma il centro storico, circondato da cemento, come fa a ospitare questi rettili? Secondo Tarzan, trasferitosi in centro storico da un paio d’anni perchè ha trovato la foresta lasciataci crescere dal Comune piuttosto confortevole, le serpi hanno sentito dire quanto si stesse bene nel paese vecchio e si sono trasferite. Può essere. Sono animaletti innocui e inoffensivi, ma certamente non danno propriamente un segnale di estrema cura del paese. Fatto sta che Tarzan non ha gradito e ha dichiarato: "questo è davvero troppo. Sono venuto qui perché volevo una giungla più umana ma Montegranaro si sta inselvatichendo peggio che l’Africa Nera. Io emigro verso nord. Chiederò asilo politico”.

Luca Craia