Visualizzazione post con etichetta serpe. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta serpe. Mostra tutti i post

martedì 23 agosto 2016

Bisce in centro storico. Montegranaro sempre più giungla. Tarzan: “basta, me ne vado, troppe bestie”.



Ai ratti non ci si abitua mai, ma si fa l’abitudine all’idea che ci siano. Vedere un grosso gatto che scappa di fronte a un ratto non è un bello spettacolo, ma quando il paese comincia a somigliare a una giungla, la cosa non fa poi tanta impressione. Si narra di toponi grassi che giocano a nascondino vicino alle scuole rosse, il che non sarebbe una cosa molto edificante ma, tant’è.
La folta vegetazione cresciuta spontaneamente e di buon grado, visto che nessuno la tagliava, fino a poche settime fa ha sicuramente aiutato il diffondersi di animali non propriamente domestici. La disinfestazione effettuata a sine luglio ha lasciato proliferare gli insetti, anch’essi favoriti dalla lussureggiante flora autoctona. In zone leggermente più periferiche qualcuno sospetta l’esistenza di qualche coccodrillo nascosto tra l’erba palustre, qualcun altro riferisce di aver sentito ruggiti preoccupanti. Ma come ci siano arrivate le bisce in centro storico rimane un mistero.
Capiamoci: se parlassimo, che so, di Villa Luciani, non dico che sarebbe normale ma nemmeno così fantascientifico, visto che il quartiere confina con aree extraurbane. Ma il centro storico, circondato da cemento, come fa a ospitare questi rettili? Secondo Tarzan, trasferitosi in centro storico da un paio d’anni perchè ha trovato la foresta lasciataci crescere dal Comune piuttosto confortevole, le serpi hanno sentito dire quanto si stesse bene nel paese vecchio e si sono trasferite. Può essere. Sono animaletti innocui e inoffensivi, ma certamente non danno propriamente un segnale di estrema cura del paese. Fatto sta che Tarzan non ha gradito e ha dichiarato: "questo è davvero troppo. Sono venuto qui perché volevo una giungla più umana ma Montegranaro si sta inselvatichendo peggio che l’Africa Nera. Io emigro verso nord. Chiederò asilo politico”.

Luca Craia