sabato 20 agosto 2022

Radio Veregra fenomeno irripetibile

 


A volte ripenso agli anni di Radio Veregra come a qualcosa di miracoloso, unico e irripetibile. Non solo perché sono stati meravigliosi, spensierati e divertentissimi, ma anche perché quell’emittente era il simbolo di un modo di aggregarsi che oggi non sarebbe più possibile, sia per le leggi diventate molto più restrittive, sia perché siamo cambiati noi.

Sono entrato a Radio Veregra nel 1982. Me lo ricordo come fosse ieri: chiesi all’amico Mauro Raparo, un po’ più grande di me e tra i fondatori della storica emittente, se c’era possibilità di fare una trasmissione basata sul hard rock e l’heavy metal. Nel 1982, dalle nostre parti, a seguire certa musica eravamo davvero in pochi e l’idea era di fare un programma destinato a quei pochi, una cosa di nicchia. Mauro fu inizialmente perplesso ma, alla fine, decise di darmi una possibilità. Disse: “devi fare un po’ di tirocinio, presentati in radio domani”.

Il giorno dopo io e Uliano, mio socio in questa avventura come in tante altre, ci presentammo in via Enzo Bassi dove Mauro ci mise al lavoro nello studio 2, solitamente utilizzato per registrare e, all’occasione, da campo di addestramento per nuove reclute. Il nostro, di addestramento, durò un paio d’ore: dopo averci spiegato il funzionamento della strumentazione (cosa che conoscevo in quanto ne avevo di simile a casa), ci fece registrare una simulazione di programma. Finita le registrazione la volle ascoltare. Si fermò dopo il primo brano, For Those About to Rock degli AC/DC  dicendo che le voci andavano bene ma quella tutto era meno che musica. Comunque iniziammo a trasmettere il giovedì successivo, alle 18,30. E da quel momento non smisi mai per dieci fantastici anni.

L’aggregazione, dicevo: Radio Veregra nasce nel 1977 come radio libera, tra le prime nelle Marche a gestire quel buco legislativo che permise la nascita di una costellazione di piccole emittenti radiofoniche a carattere estremamente locale che sono state un patrimonio culturale unico sia per la diffusione delle nuove tendenze musicali, sia per fare cultura alternativa a quella di Mamma Rai, sia per gettare le basi di quella radiofonia moderna che oggi le ha sostituite. Ma è anche da queste radio che nasce la nuova televisione e un sistema di comunicazione veloce, semplice, di grande approccio col pubblico. Pensate ai vari Gerry Scotti, Amadeus o Fiorello che sono nati tutti facendo radio.

Tornando all’aggregazione, Radio Veregra la facevano i giovani di Montegranaro. Era una forma di volontariato, in qualche modo, perché ci veniva riconosciuto un ruolo di divulgazione sociale ma soprattutto di sostegno per le persone sole, per chi lavorava in casa tutto il giorno, per chi non aveva nessuno con cui parlare. C’era la radio, c’era la possibilità di telefonare, parlare con qualcuno e, a volte, parlare anche in diretta. I ragazzi che facevano questo piccolo servizio erano di tutte le estrazioni sociali, di tutti i credi politici, di tutte le matrici culturali. C’era confronto, a volte c’era anche lo scontro, ma si collaborava tutti insieme, sia quando c’era da trasmettere sia quando c’era da improvvisarsi elettricisti, muratori o imbianchini. Per noi tutti Radio Veregra era casa, era una famiglia, era un luogo dove fare cose incredibili, immaginarsi grandi deejay o grandi giornalisti, poter dire quello che pensavamo in libertà, condividere quello che ci piaceva.

Raccontarlo oggi, come dice Francesco De Gregori, non sembra neanche vero, ma era questa la forza di Radio Veregra. E oggi non si potrebbe più fare, perché la lagge non consente di mettere insieme tutti quei ragazzi senza pagarli, senza assicurarli contro gli infortuni, senza inquadrarli in qualche modo. Ma soprattutto non sarebbe possibile perché oggi siamo tutti soli, siamo tutti isole che comunicano tra loro da lontano con i mezzi moderni ma che non si toccano, non interagiscono come persone. E a Radio Veregra, prima di tutto, si interagiva, si collaborava, si condivideva. Robe di tanti anni fa.

 

Luca Craia

Lucentini capolista al Senato. Praticamente certa la rappresentanza montegranarese in Parlamento.


Mauro Lucentini non sarà più Deputato della Repubblica Italiana. E questo è un bene perché l’onorevole montegranarese è stato inserito come capolista nel listino per il proporzionale al Senato. Significa, in parole povere, che Mauro Lucentini avrà, salvo stravolgimenti catastrofici quanto impensabili per la Lega, sicuramente un seggio a Palazzo Madama. È un sistema elettorale balordo, che di democratico ha davvero poco, ma se consente a un rappresentante del nostro territorio di continuare la sua ottima opera di tutela e salvaguardia dello stesso all’interno del Parlamento Italiano, alla fine ci può star bene così.

Montegranaro avrà così di nuovo un Senatore della Repubblica dopo Giovanni Conti. E il percorso di Lucentini, fatti i dovuti e rispettosi distinguo, somiglia a quello del Padre Costituente, nel senso che anche il moderno rappresentante parlamentare montegranarese potrà dire di essere stato presente in entrambe le Camere. È un premio a un impegno serio, scrupoloso e costante per il territorio, ma è anche un premio alle capacità dell’uomo che si è fatto valere all’interno del partito ottenendo la possibilità di proseguire il suo lavoro anche per la prossima legislatura.

Per quanto io abbia orrore per questa legge elettorale, non posso che fare i miei sinceri ed entusiastici complimenti a Lucentini, convinto più che mai che il nostro territorio, non solo Montegranaro ma il Fermano e tutte le Marche, con lui avrà una rappresentanza efficace e puntuale, che non significa percorsi preferenziali o nepotismi campanilistici, ma avere quello che spetta a una terra che, per dirla tutta, fino a oggi è stata sempre seguita poco e male. Con Lucentini ci siamo già accorti che la musica è cambiata.

 

Luca Craia

Alessio Ambrogi si aggrega al gruppo squadra


 MONTEGRANARO - Altro giovane di Montegranaro che si aggrega alla squadra gialloblu allenata da Coach Patrizio. Si tratta di Alessio Ambrogi, ala classe 2004 che arriva alla Sutor con la formula del doppio tesseramento dalla Poderosa Basket. Ambrogi, già lo scorso anno ha fatto parte della formazione sutorina in serie B, scendendo in campo due volte nell'arco della stagione. In U19, invece, è stato uno dei protagonisti giocando 24 match con una media di 6,4 punti a partita.

«Sono entusiasta di continuare la mia esperienza qui con la Sutor e ringrazio la società di avermi scelto anche quest'anno – dice Ambrogi -. Sono motivato per la nuova stagione e pronto ad aiutare il gruppo con tutto me stesso».


Ufficio Stampa Sutor Basket Montegranaro


Moneta elettronica: e il Telepass? Perché ancora non ce l’ha nessuno?

Tempo di ferie, tempo di code. Ci sono code inevitabili e code evitabili. Quella al casello si può evitare. E si può far evitare anche agli altri. C’è un apparecchietto, poco costoso e molto utile, che consente di non fare la fila per pagare il pedaggio autostradale. Si chiama Telepass, costa pochi spiccioli e, se lo avessimo tutti, si potrebbe uscire ed entrare in autostrada senza fermarsi. Ma, siccome non lo abbiamo tutti, ci fermiamo tutti, anche chi ce l’ha, perché chi non ce l’ha intasa per intero le uscite dalle autostrade. E questo mentre lo Stato obbliga, anche con mezzi coercitivi, l’uso della moneta elettronica e c’è chi fa le crociate contro i commercianti che non accettano le carte, magari solo per evitare esose commissioni bancarie. Magari imbottigliati in quegli orridi ed evitabili ingorghi infuocati sotto il sole agostano ci sono anche quelli che chiamerebbero la Guardia di Finanza perché il barista non gli fa pagare 1 Euro e 20 centesimi di caffè con l’American Express. Chissà…

 

Luca Craia