giovedì 28 novembre 2019

La zavorra della destra di cui dovrebbe liberarsi con forza.


La scoperta di un gruppo di persone, da parte della Digos, che intendevano costituire un partito neonazista riporta alla luce una questione di cui mi sono spesso occupato, relativa a questa zavorra che la destra italiana si porta dietro e che non riesce, per manifesta mancanza di volontà, a mollare una volta per tutte. L’idea che questi soggetti avevano in testa portava anche un nome, un nome che mette i brividi, Partito Nazionalsocialista Italiano dei Lavoratori”, una terminologia e un lessico che non vorremmo leggere più come non vorremmo vedere più svastiche e simboli di qualcosa che ha segnato indelebilmente in negativo la storia dell’umanità.
Si tratta, come sempre, di pochi individui esaltati, parrebbero quasi dei sempliciotti, considerando che una dei leader, una donna cinquantenne, si faceva chiamare “Sergente maggiore di Hitler”, ridicolo e grottesco, non fosse che poi, in questa pseudo organizzazione, la Digos ha trovato anche un affiliato alla ndrangheta calabrese che faceva anche da referente per Forza Nuova. Quindi non sono sempliciotti. Addirittura, nelle intercettazioni, pare si sia parlato anche della disponibilità di armi ed esplosivi. Cosa avesse in testa questa gente lo sapremo solo in seguito ma, al momento, l’idea stessa che esistano persone come loro fa abbastanza ribrezzo. E paura.
Occorre che la destra italiana chiarisca, ora e per sempre, che nella politica italiana non c’è spazio per queste idee, se possiamo chiamarle idee, e per personaggi come questi. È ora che si prendano nettamente le distanze da tutto quello che possa ricondurre non solo alle ideologie fascio-naziste del passato, ma anche a xenofobia e antisemitismo, e a tutto quello che riporti a un modus operandi violento ed eversivo. Ci sono delle ragioni profonde nella destra italiana moderna, ci sono programmi e idee giusti e condivisibili che non possono essere sporcati da questi mascalzoni. La destra li sbatta fuori senza timore che questo possa far perdere qualche voto: se ne guadagnerebbero infinitamente di più perché questa gente fa paura.

Luca Craia


CAMPI MAGNETICI E TUTELA DELLA SALUTE UMANA – ELENA LEONARDI: LA MAGGIORANZA NON ACCOGLIE DUE EMENDAMENTI ALL’ASSESTAMENTO DI BILANCIO VOLTI AD UNA MAGGIORE TRASPARENZA NEI PIANI DI RETE


LA CAPOGRUPPO DI FRATELLI D’ITALIA: MODIFICA UTILE A MIGLIORARE IL LAVORO DEI COMUNI PER CONOSCERE IL POSIZIONAMENTO DELLE ANTENNE NELLE AREE DI CONFINE.

Comunicato integrale 

Quando si tratta di tutela della salute e miglioramento di norme regionali che presentano lacune in tal senso, la sinistra che governa la Regione dovrebbe accettare le proposte da qualunque parte arrivino. Esordisce così la capogruppo regionale di Fratelli d’Italia Elena Leonardi la quale in sede di assestamento di bilancio regionale - un atto che vede anche modifiche di norme regionali pregresse - ha presentato in Prima Commissione due emendamenti di modifica di una legge del 2017. Tale norma – continua Leonardi – detta la disciplina in materia di impianti radioelettrici, antenne della telefonia comprese. L’articolo che la Leonardi intendeva migliorare è quello relativo ai Piani di Rete che annualmente i gestori della telefonia mobile devono presentare ai comuni, spetta poi a questi ultimi decidere dove localizzare o meno i nuovi impianti o permettere il potenziamento degli esistenti. Il problema però, che i comuni spesso si trovano di fronte, è quello di non sapere cosa accade o accadrebbe poco dopo nei comuni confinanti con essi. E’ un aspetto molto critico che coinvolge la salute dei cittadini, bambini e malati soprattutto, considerata la presenza di obiettivi sensibili come asili, ospedali, case di riposo, e così via. Con i miei emendamenti intendevo agire proprio su questi Piani di Rete, chiedendo ai gestori, nell’istanza che entro il 31 marzo di ogni anno devono presentare, di indicare anche il piano di rete dei comuni confinanti, onde evitare sovrapposizioni e vicinanza di antenne di diversi gestori a pochi metri l’una dall’altra magari su due territori comunali differenti. Un coordinamento necessario che poi i comuni avrebbero valutato con maggior trasparenza e con maggior accesso alla informazione dei cittadini stessi. Dover presentate una proposta di legge in merito che ha una procedura burocraticamente più lunga farà sì che anche quest’anno avremo problemi aggravati dal fatto che sta arrivando un nuovo tipo di tecnologia che necessita di maggiori attenzioni al fine della salute umana. 

Il Capogruppo della Lega in Regione Sandro Zaffiri: sul Turismo i conti non tornano.



                                                                                                                                                      
Comunicato integrale

Il Governatore Luca Ceriscioli e l'Assessore al Turismo Moreno Pieroni snocciolano in questi giorni dati positivi sul movimento turistico registrato nelle Marche da gennaio ad ottobre di quest'anno, mentre l'ISTAT ha pubblicato proprio ieri i dati ufficiali relativi al 2018, che vedono la nostra regione fanalino di coda in Italia, con un andamento delle presenze turistiche che registrano un -13,3%.
Di fronte a questa evidente contrazione delle presenze turistiche non riusciamo a comprendere i dati diffusi dalla giunta regionale a fine 2018 (+0,6% nelle presenze turistiche) e in occasione della Bit di Milano del febbraio scorso (+0,98%).
Insomma, i conti non tornano  - sostiene Zaffiri - è evidente che i dati ufficiali dell'ISTAT non coincidono assolutamente con quelli diffusi a suo tempo dalla Regione e, a questo punto, viene da chiedersi se anche i dati positivi del 2019 appena sbandierati siano davvero reali.
La Lega è fortemente preoccupata visto che il turismo è un settore vitale della nostra economia, troppo spesso posto in condizione di subalternità rispetto ad altri settori economici e che, dopo il sisma del 2016, non è stato supportato da adeguate politiche di sviluppo.
Sembrerebbe che il governo regionale stia tentando in tutti i modi di mistificare la realtà, passando dall'incremento dei turisti all'azzeramento delle liste d'attesa.
La realtà invece è ben diversa – sostiene Zaffiri – i dati ufficiali sulle presenze turistiche del 2018 sono negativi e nella sanità per una visita o un esame ci vogliono mesi ed, in alcuni casi, anche anni.


Sandro Zaffiri