giovedì 21 novembre 2019

Il consigliere regionale Marzia Maligia riceverà il 28 dicembre il riconoscimento internazionale, “Premio Adriatico – Un mare che unisce”.


Comunicato integrale

La consigliera regionale Marzia Malaigia è stata scelta per ricevere il Premio Adriatico – Un mare che unisce, nella sezione “politica”. Un riconoscimento che le è stato attribuito in particolare per la vicinanza alla gente.
Si tratta di un premio internazionale, la cui edizione 2019 verrà assegnata a Guardiagrele, in Abruzzo, il prossimo 28 dicembre, ed è promosso dall’associazione Interdestinazione arte, che abbraccia sette regioni italiane (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia) e Albania. Ogni anno si tributano riconoscimenti a figure nel campo della poesia, del giornalismo, dell’arte, della politica, dello sport, del sociale, della musica, dell’imprenditoria, della scuola, della narrativa e della memoria.
La commissione designatrice è presieduta da Massimo Pasqualone e composta da Mariagrazia Genova (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Slovenia, Croazia); Tiziana Gualandi (Emilia Romagna); Carlo Gentili (Marche); Maria Basile (Abruzzo); Marilena Ferrante e Maria Teresa Antonarelli (Molise e Albania); Elisabetta Grilli e Angela Barratta (Puglia).
Questa la motivazione del premio assegnato alla consigliera della Lega, Marzia Malaigia: “Insegnante elementare, ora consigliere regionale, viene identificata come un politico vicino alla gente, sia in ambito scolastico, dove ha operato per molti anni, sia in occasione del terremoto. In particolare, ha portato aiuti concreti, operando a titolo personale, nelle zone di Sarnano, Ussita, Fiastra, Camerino, Gualdo, Montefortino, Muccia, Montemonaco ed altri paesi. Ha seguito molto da vicino il caso di nonna Peppina”.
Un tributo inatteso ad un lavoro silenzioso, spesso lontano dai riflettori, ma portato avanti con costanza, competenza e dedizione, tanto da essere riconosciuto ed apprezzato anche fuori dagli ambiti territoriali e dai confini regionali.
“Sono sorpresa ed estremamente onorata – il commento di Marzia Malaigia - Ormai quasi 5 anni fa mi sono trovata ad uscire dall’aula scolastica per entrare in quella regionale. Credo che l’unico modo di onorare il compito che mi è stato affidato sia quello di ascoltare, capire, informare, dare sostegno, e conforto. Per me la politica deve essere attenta alle piccole quotidianità, cercando di essere a servizio dei cittadini. Se si riesce a far stare meglio i più fragili, è l’intera comunità a trarne giovamento. Le Marche sono una regione stupenda, come si può non avere un debito di riconoscenza nei confronti di questa terra? Da insegnante prestata alla politica, non posso pensare ed agire diversamente”.



Continuano le stragi in mare. Solo che ora non c’è alcuna politica per fermarle.


Muoiono in mare, muoiono a decine, centinaia. Muoiono nel miraggio di una vita nuova, di nuove opportunità, di lavoro e benessere, di cose che, anche se alla fine non moriranno e arriveranno in quello che sperano sia il luogo del loro futuro, non avranno mai. È un meccanismo perverso, quello che sta portando tanta gente a rischiare e, spesso, perdere la vita in questi viaggi-miraggi, un meccanismo che pare sempre più parte di un disegno malefico che porta uomini ad arricchirsi sulla morte e sulla sofferenza e la politica a modificare radicalmente la società che conosciamo, il modello occidentale che si sta sbriciolando per crisi economica, sociale, politica, di valori e, soprattutto, perché si vuole sbriciolarlo.
A dire il vero, i notiziari non ne parlano quasi più, di queste stragi in mare. Durante il regno di Conte Primo sembrava che stesse annegando tutto il terzo mondo, oggi pare non anneghi più nessuno. Invece la gente continua ad annegare, a morire. L’ANSA parla di un possibile naufragio con 67 morti, ed è solo uno dei tanti. Ma questi sono morti che contano meno, evidentemente, perché non servono più a creare quel clamore che, un anno fa, serviva a scardinare l’alleanza giallo-verde e a mandare a casa l’odiato Salvini. Ora che Salvini è a casa, ora che le capitane speronatrici scrivono libri e che le navi delle Onlus possono tranquillamente continuare la loro raccolta di disperati, alimentandone il traffico, questi morti valgono meno, quasi niente.
Sei mesi fa c’era una politica che voleva contrastare questo meccanismo perverso. Era una politica che poteva essere giusta o sbagliata, condannabile, criticabile, perfettibile, ma c’era. Si cercava di fermare il traffico di esseri umani, di evitare che morissero per un miraggio e che, cosa non meno importante, che venissero a sbriciolare il nostro modello sociale, la nostra economia, i diritti acquisiti dei lavoratori, il valore dei salari, la sicurezza sociale. C’era una politica, oggi non c’è più.
Oggi non si sta facendo niente per fermare tutto questo. Non si sforzano neanche più di raccontarci frottole, semplicemente fanno sparire le notizie, fanno finta che non succeda più niente. Invece ancora succede che la gente muoia in mare, come sei mesi fa, come un anno fa. Succede che ne siano tanti a morire, e ci sono dei responsabili per tutto questo. Alcuni non li conosciamo, altri sì. Per esempio, quelli che fanno finta che non stia succedendo niente, quelli che hanno accantonato ogni politica di contrasto al fenomeno, quelli sono responsabili tanto quanto quelli che, con questo fenomeno, lucrano e disegnano il futuro dell’Europa.

Luca Craia

mercoledì 20 novembre 2019

Ceriscioli vuole mantenere il controllo sulla sanità con le nomine. Le accuse di Zaffiri.

Comunicato integrale

“Con un virtuosismo degno del miglior prestigiatore il Presidente Ceriscioli, mentre con una mano esibisce il cambio al vertice dell’Asur come fosse l’operazione più complessa del mondo, con l’altra mano cerca di far passare sotto traccia la riconferma di tutte le altre figure apicali della Sanità regionale”.
E’ il commento sarcastico del capogruppo della Lega nord, Sandro Zaffiri, alle recenti scelte del Governatore in ambito sanitario.
“Una scelta, quella malcelata da Ceriscioli, che da un lato risulta scontata e degna soltanto di un plauso di rito, dall’altro merita una buona dose di critiche, perché non fa che confermare la nostra previsione sul tentativo di mantenere il controllo sul sistema sanitario regionale”.
“L’allontanamento di Marini era atteso e ampiamente prevedibile – incalza Zaffiri – mentre la scelta sulla riconferma di tutti gli altri dirigenti e figure apicali della Sanità, nella migliore delle ipotesi per altri tre anni, poteva più opportunamente essere rinviata ad una fase di maggior serenità”.
“In tal senso – conclude l’esponente della Lega – la riconferma generale dei dirigenti lascia aperto più di un dubbio sul fatto che si sia operato tenendo conto degli effettivi meriti e dei risultati ottenuti dai singoli soggetti nell’esercizio delle loro funzioni e rispettivi ruoli”.

Sandro Zaffiri

Ancona, 20 novembre 2019